Spending Review.
di Redazione La Strada  ( info@lastradaweb.it )

24 settembre 2015


Ecco la lista degli esami che “peseranno” sul medico.


Se ci sarà appropriatezza prescrittiva nessun problema. Ma è certo che l’ipotesi di far pagare una serie di esami diagnostici (ben 208 per l’esattezza) mettendo in discussione sotto l’aspetto pecuniario la scelta del medico e il suo rapporto con il paziente ora potrebbe diventare una realtà.

Controlli come Tac, risonanza, test per le allergie (tanto per citare alcuni degli esami dell’elenco) potrebbero, se prescritti impropriamente, andare ad essere "pagati" in parte dallo stesso medico che li ha indicati. L’elenco dei test già noto alle società scientifiche, ha ricevuto il via libera preliminare del Consiglio Superiore di Sanità.

Rispetto alle prime ipotesi, l’elenco delle prestazioni la cui prescrizione dovrà rispondere a criteri di ‘appropriatezza’ e passato da 180 a 208, includendo, come detto prima, esami quali Tac, risonanza magnetica, test allergici ed esami di laboratorio.

Per la prescrizione di uno degli esami inseriti nella lista, dovranno essere riscontrate alcune condizioni, solo alla presenza delle quali la prestazione potrà essere erogata a carico del servizio sanitario nazionale. Le Tac, ad esempio, potranno essere prescritte sono in presenza di patologie oncologiche e di traumi, mentre gli esami per l’individuazione del colesterolo dopo i 40 anni, potranno essere prescritti solo una volta ogni 5 anni, salvo che, nel frattempo, siano intervenute nuove terapie.

Il 22 settembre, il Ministro Beatrice Lorenzin lo ha consegnato ai sindacati medici, che avranno due giorni per presentare le loro osservazioni. A quel punto, attraverso un tavolo tecnico con le Regioni, si deciderà definitivamente l’applicazione del provvedimento e delle sanzioni previste dal testo per i medici dalla prescrizione facile. Cosa cambia per il medico? Semplice. Verrà chiamato a giustificarsi quando gli esami richiesti non verranno considerati necessari. Ovviamente questa ipotesi non viene accolta bene dalla platea dei medici. In particolare, secondo la Fimmg non si tratta solamente di una misura economica, ma anche di una situazione che mette a rischio il rapporto con i malati.

Fonte

www.edott.it

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