Ramadhan
Bashir, 44 anni, diventato cieco all’età di 26 anni,
diventa il primo boxeur non vedente nel Paese dell’Africa Orientale.
Un obiettivo più che mai ambizioso: conquistare le
Paralimpiadi di Rio 2016. Racconta Ramadhan: “Mi piacerebbe
riunire tutti i pugili non vedenti ai Giochi paralimpici, anche i non
professionisti. Sarebbe una grande occasione per farci conoscere".
Lui
non ha mollato e nonostante la cecità è riuscito a
praticare il suo sport preferito.
"Da
quando sono stato costretto a vivere nel buio ho sviluppato gli altri
sensi, in particolar modo l’udito: ascolto con attenzione i passi e
il respiro dell’avversario. Ho imparato a captare ogni piccolo gesto.
Sento muoversi l’aria, il sibilo che mi avverte del colpo in arrivo.
Con gli anni sono diventato molto ricettivo: è come se avessi
una sorta di ’sesto senso’".
E’
il futuro dei suoi figli a muovere le potenti braccia di Ramadhan. Ne
ha sei il boxeur di Kampala e i suoi obiettivi futuri sono rivolti
principalmente a loro. "Voglio promuovere il pugilato per ciechi
e guadagnare abbastanza per assicurare ai miei figli una buona
istruzione. Il mio motto è disability
is not inability."
(1)
In
un intervista su Sport di più magazine di Gennaio/Febbraio
2013 è riportata un’intervista a Fabrizio Macchi, un
atleta che all’età di 13 gli viene diagnosticato un
osteosarcoma al ginocchio sinistro che gli causa l’amputazione
della gamba sinistra e, successivamente, l’asportazione del
lobo inferiore del polmone destro per via di una metastasi. Fabrizio,
uscito dall’ospedale, inizia ad impegnarsi seriamente con
l’attività fisioterapica e di riabilitazione, ma
soprattutto si butta nello sport e in tutto ciò che può
aiutarlo a recuperare le forze.
Lo
sport dove ha raccolto i maggiori successi è il ciclismo: 27
titoli italiani, il record dell’ora disabili (38 km 574m), un
bronzo alle Paralimpiadi di Atene nel 2004 nella gara ad inseguimento
su pista, 6 medaglie ai Campionati Europei (3 argento e 3 bronzo) e
11 medaglie ai Mondiali (2 ori 5 argenti e 4 bronzi).
Fabrizio
Macchi racconta come si può superare ogni ostacolo e diventare
campioni nello sport: “Non esiste una vera e propria
ricetta per diventare campioni, ma esistono delle capacità che
ognuno di noi possiede che concorrono per diventare campioni, bisogna
trovarle. Ecco questo è il segreto: trovare dentro di noi la
giusta strada, le giuste motivazioni per perseguire un obiettivo che
ci porti ad essere campioni nella nostra vita. Nel mio caso la
malattia ha avuto un ruolo fondamentale per trovare in me le
motivazioni per riemergere e trovare la strada per costruirmi una
seconda vita. Le doti sportive non te le regala nessuno. La mente poi
fa la differenza. La mente la puoi allenare lavorando con tenacia e
voglia di arrivare sempre più lontano, mettendosi in
discussione per migliorare ogni nano secondo. La forza dell’uomo
sta proprio lì nel perseverare l’obiettivo fino in
fondo. Le cose che rendono importanti la nostra vita sono amore,
rispetto e dedizione, cosi si riesce ad essere orgogliosi di noi
stessi realizzando i propri sogni”. (2)
Redattore
Sociale, 29 marzo 2015.
Zanon
M., in Sport di più magazine, Anno 5 - N. 21
Gennaio/Febbraio 2013, pp. 60-61.
Matteo
SIMONE
Psicologo
clinico e dello sport, Psicoterapeuta
380-4337230
21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net
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