Pensieri
degli anni difficili
E
prendo il volo.
Qual
è la vera domanda?
È
arrivato il momento di prendere una decisione. Anni e anni di parole
ed ora è arrivato il tempo di metterle a tacere. E per sempre.
Stanca
ad ogni giorno, senza nessun nuovo pensiero, il rinnovamento dello
spirito bussa forte, facendosi sentire e spingendo ad agire.
Resterei
pomeriggi interi a guardare l’incessante movimento tumultuoso
ma dolce al tempo stesso. Il profumo accompagnato dagli schizzi
lascia sul mio viso l’odore inconfondibile del mare. Chiusa una
stagione ne comincia un’altra e come sempre mi si stringe il
cuore dalla nostalgia.
Mi
riprendo i pensieri, sistemo la luce in maniera che giunga sulle
pagine senza accecare e inseguo il mio sentire.
Finalmente
ritrovo la pace con chi mi è più vicino a questo mondo
e da sempre. Mi sembra di rinascere ma senza dover ricominciare, con
nuove consapevolezze e tanto sentimento.
Mi
emoziono e mi lascio andare senza trattenere le lacrime.
È
vero, ancora non è arrivata ma è lì dietro
l’angolo ad esplodere all’improvviso, a trovarci tutti
impreparati.
Cosa
ne farò? Porterò con me le parole, può essere
questa una soluzione oppure lascerò il tutto senza dover più
parlare.
Cambiano
le cose, passano gli anni, ma il percorso, non devo dimenticare, è
circolare e concentrico e ad ogni giro ho sempre la possibilità
di vedere quello che è stato, anche solo un anno prima.
Non
riesco più ma devo ritrovare quella pace che nasce dalla
possibilità di esprimere il sentimento senza doverlo un po’
nascondere. E la modalità può essere varia, ma pur
sempre con la penna che si lascia accarezzare e dà voce alla
mia riservata anima.
Le
mie debolezze, le mie fragilità.
Le
stesse paure mi accompagnano, trascorro molto di questo tempo a
contrastarle dimenticando che vanno solo lasciate defluire, senza
porre loro alcuna resistenza.
Ogni
cosa, la sua soluzione.
Ogni
volta, il suo tempo.
Si
chiude una porta, torno in me.
Arriva
la primavera. La sento in un punto, dall’intensità della
luce che arriva al mio sguardo.
Riscopro
il valore del mio silenzio. Prendo la mano, come un tempo, e ritrovo
il piacere di me stessa, sbircio dall’interno delle sicurezze
il celeste del cielo e respiro a pieno trovando una grande serenità.
Un
immediato futuro di poche parole, lo aspetto con ansia, è
arrivato, così, senza pensare, all’improvviso. Come
vuole la Natura.
Mi
sveglio con un pensiero insistente: raccolgo quello che più di
delicato mi sta intorno, sento il bisogno di prenderne cura. Ne
accarezzo ogni piccola fogliolina, incoraggiando quelle più
timide, trasmetto sorrisi e parole, come ho imparato da mia madre che
trascorreva gran parte dei suoi più bei giorni a curarle e
crescerle. Come si fa con chi si ama intensamente. Con profondità.
La
cosa giusta.
Al
tramonto di questa giornata sfiancante di pensieri, ritorna,
dall’inizio.
Fernanda
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