Sensibilità e delicatezza...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

23 agosto 2016



Per aiutare chi soffre.


Counseling News

 

L’umanizzazione dell’ospedale passa per i colori

Sale operatorie ridipinte, con ambienti che ricordano un bocciolo di rosa. Non è più epoca di fredde e asettiche strutture per chi deve essere operato, ma di arte e pace. E così, in un fine settimana, una disegnatrice di nome Sally Gallotti si è dedicata a colorare l’ambiente in cui le donne sfidano la malattia. Questa importante scelta, mirata alla qualità di vita delle pazienti, è stata effettuata dalla Clinica Mangiagalli di Milano. Nel futuro, i disegni della Gallotti aiuteranno a rendere l’ospedale più umano e meno freddo anche e soprattutto nei nosocomi che si dedicano ai bambini come il Bambin Gesù di Roma, il Gaslini di Genova e il Buzzi di Milano.

Il personale paramedico risponde ai pazienti oncologici

Minor necessità di ricoveri prolungati e calo degli accessi al pronto soccorso per problematiche che possono essere anche risolte dal medico di medicina generale a domicilio. Il tutto, grazie ad uno specifico impegno di infermieri specializzati che, secondo turni prestabiliti, rispondono alle richieste d’aiuto dei pazienti via telefono. Il metodo, sperimentato per un anno dall’Istituto Europeo Oncologico (IEO) di Milano, funziona davvero, con una miglior gestione degli accessi dei pazienti , che è davvero significativo: meno 16 per cento.

Gli infermieri, in pratica, fanno da filtro, valutando già al telefono, la gravità delle condizioni dell’utente, che viene invitato a recarsi presso la struttura nei casi in cui è davvero necessario. In molti casi, però, a detta degli esperti dell’IEO, il malato e i suoi familiari hanno soprattutto bisogno di parlare con qualcuno per capire come affrontare al meglio i problemi della vita di ogni giorno. Ed è in queste circostanze che l’infermiere, come un vero angelo custode, applica un’opera di Counseling psicologico, offrendo a chi soffre ed ha paura, la possibilità di confronto ed un conforto immediato, semplice e pratico.

Non chiamatelo più cancro, please!

La parola evoca paura, sofferenza, speranze limitate di intervento terapeutico. E così, quando proprio la definizione non è perfettamente calzante con la condizione clinica del paziente, non utilizziamo questo termine che diventa, di fatto, sempre più improprio, per limitare l’impatto emotivo sui pazienti.

A lanciare questa sorta di rivoluzione semantica sono gli studiosi del National Cancer Institute, che fanno riflettere, anche, sul fenomeno della sovra diagnosi e del conseguente over-treatment. Paradossalmente, infatti, oggi esistono tecniche diagnositiche estremamente sofisticate che possono portare anche a riconoscere piccole lesioni, che costringono i pazienti a terapie invasive, dolorose sotto l’aspetto fisico e, ancor di più, sotto il profilo psicologico.

Un esempio per tutti?

La definizione di carcinoma in situ: non è un vero e proprio tumore, ma viene chiamato così e la parola suscita ansia e preoccupazione, mentre invece dovrebbe essere usata la corretta definizione medica: lesione indolente di origine epiteliale. Per questo, forse, occorre fare attenzione alle parole.

"Cancro è una definizione che risale al 19esimo secolo. Abbiamo bisogno di parole che ci portino dentro l’era moderna". Questo è quanto sottolinea Otis W. Bradley, uno degli esperti che ha scritto questo studio e desinate a far rumore.

Cari lettori, queste tre news (oeraltro non "ferschissime ma piluccate dall’annuario 2013), ci allietano e, al tempo stesso ci fanno riflettere sul fatto che, il problema, è sempre la comunicazione fra chi aiuta e chi aspetta l’aiuto. Utilissimo ricordare il concetto del Counseling che punta spingere l’individua in difficoltà, a cercare, sempre e comunque, il motivo per "continuare", nel rispetto della dignità personale. Che poi, il meritevole professionista non abbia un regolare diploma che lo qualifichi Counselor, poco importa. Purchè, il senso della battaglia sia sempre... il non arrendersi mai.

 

G. M. - Medico Psicoterapeuta / Counselor - Presidente Neverland (Scarl - No Profit - ONLUS)

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