Cari
Lettori,
non so quante volte abbiate provato la strana sensazione che consegue
allo scoprire di non avere più niente da dire su un argomento
trovando, lo stesso, di scarsissimo valore sociale, etico e morale. A
me, purtroppo, accade spesso. Ed
è un guaio,
perché, in questo modo, sono costretto ad ammettere che,
quello che mi circonda, non esercita più alcuna attrattiva.
Sarà il prezzo che si paga per aver capito che, in fondo, i
"giochini" degli altri (quelli cui non ci fanno
partecipare...) sono noiosi e insignificanti. È da diversi
giorni che attendo lo spunto, l'idea "nuova" per riscoprire
il piacere (ormai sopito) di riflettere sul panorama politico... e
poi ritrovo una mail del lontano 2011, inviatomi da qualcuno che mi
chiedeva un commento in merito alle determinazioni dell'era
Berlusconi:"Questi
qua, il 13 aprile hanno votato l'impunità per il loro capo
facendoci credere di averlo fatto per il bene di tutti i cittadini.
Noi ci becchiamo un'ipoteca sulla casa per una multa non pagata.
Questi qua, hanno la pensione garantita, lavorando 30 mesi. Noi
lavoreremo fino ai 65 anni per avere, forse, una pensione, al massimo
pari a metà dello stipendio. Questi qua, beneficiano gratis di
aereo, treno, autostrada, cinema, etc. Noi paghiamo anche la carta
igienica dei figli a scuola. Questi qua, hanno la casa in affitto, in
centro a Roma, a pochi spiccioli al mese. Noi, quando va bene,
abbiamo un mutuo da pagare fino alla terza età"...
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Cari
Lettori ammetto
di non
essere andato a votare in questa ultima tornata elettorale perchè,
partendo da una illuminata esternazione di Papa Giovanni Paolo
Secondo (oggetto del Tema di Italiano da me redatto per gli esami di
Stato, nel lontano 1982) sono più che convinto che, qualsiasi
cambiamento, non possa che avvenire gradualmente nell’animo e nel
cuore di ciascuno di noi, per poi diffondersi nell’Inconscio
Collettivo che rappresenta (secondo C.G. Jung) la base comune che
testimonia l’evoluzione dell’Umanità.
Sono,
certamente, curioso rispetto a ciò che accadrà
nell’apparente rivoluzionato panorama politico ma, al tempo stesso,
non mi creo aspettative in merito, perchè non si cambia un
sistema se il “popolo di riferimento” non è maturo
abbastanza e si limita ad essere solo “stanco” del
sistema precedente. Che, comunque, è stato l’espressione di
coloro che sono stati delegati a rappresentare il Popolo stesso.
E
in più, chiunque abbia una vaga idea delle regole che
governano i posti dell’apparente Potere (perchè i “giochi”
si fanno altrove) sa bene che, puoi colà accedere solo se, in
un modo o nell’altro, risulti essere in linea con un’idea di
affidabilità rispetto alle aspettative dei Buchi Neri da cui,
volere o volare, dipendi (Parlamento Europeo, FMI, USA, Cina, Banche
Internazionali, Fondi di Investimento Speculativi, etc.)
"A
proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?" (Totò).
Come
ho avuto modo di dire in altre occasioni, a mio parere si può
parlare di Politica, Morale e Società, cercando di armonizzare
i tre elementi, soltanto se ci si riferisce all’elemento
fondamentale che è l’essere umano il quale, nel corso
della propria vita, fa politica e vive nella Società sulla
base di leggi morali.
Infatti,
il cittadino partecipa alla gestione (fa politica, quindi) della
comunità in cui vive (la Società) sulla base di ciò
che si riferisce ai costumi, agli atti, ai pensieri umani,
considerati rispetto al bene ed al male (questa è la morale).
L’impegno della politica e dei politici (i quali sono essere
umani e quindi hanno necessità di conoscersi, ciascuno per se
stesso, per essere quello di cui tutti noi abbiamo bisogno), "deve"
(o "dovrebbe") essere quello di uscire da uno stato di
freddo morale e conquistare posizioni più alte sul piano
sociale per far sì che non esista una disarmonica
distribuzione di risorse, fisiche e mentali.
Nel
1902, Papa Leone XIII proprio mentre rigettava e sconfessava il
materialismo, non poteva fare a meno di soffermarsi su una più
avveduta giustizia sociale, su un giusto riconoscimento da assegnare
al lavoro ed ai lavoratori, per rendere possibile il determinarsi di
un fraterno sentimento di intesa dal momento che, per sua natura,
l’essere umano è proprio a ciascuno, ma simile a tutti.
Ciascuno di noi quindi, nel rispetto di se stesso e degli altri, deve
contribuire a migliorare la Società, se
opportunamente preparato.
E
qui nasce il vero problema, che
si estrinseca attraverso l’analisi di due sagaci affermazioni.
La
prima: "La
politica è, forse, l’unica professione per la quale non
si ritiene necessaria alcuna preparazione" (Robert Louis
Stevenson).
La
seconda: "Alla
mia veneranda età, accade di dover essere alle prese con i
medici. Ma la malattia finisce per essere una cosa bellissima, quando
aiuta ad allontanare la tentazione della politica" (Francesco
Cossiga).
Può
essere utile sapere che Stevenson era, oltre che scrittore e poeta,
anche un brillante ingegnere, specializzato nella costruzione di fari
(e, quindi, di chiarezza, se ne intendeva!); per quanto riguarda il
buon Cossiga (al netto dei segreti inconfessabili, relativi ad azioni
turpi di cui era testimone diretto e indiretto), non si può
negare la sua competenza specifica di un mondo (quello politico)
abbastanza ingarbugliato.
Capita,
a volte, di assistere a situazioni tanto grottesche, quanto
paradossali, simili a quelle che colorano e compongono gli ospedali
psichiatrici. Come quando, un oscuro sindaco di una mediocre
cittadina di provincia (inutile fare nomi, perché sono
condizioni che si replicano ovunque, alla stregua di un virus
informatico), enuncia il consuntivo della sua gestione
amministrativa, esaltato dalla pubblicazione di brochure (a spese del
contribuente) in cui compaiono opere pubbliche e ristrutturazioni
qualificanti... dalla platea, però, qualcuno fa notare che,
molte delle magnificenze ostentate, di fatto non esistono nella
realtà concreta (forse fanno parte di un’ipotesi
virtuale!). E cosa risponde l’illuminato primo cittadino? "Il
giorno del mio insediamento, cinque anni fa, viste le condizioni
economiche di questa città, avrei potuto dichiarare lo stato
di dissesto finanziario. Ma cosa volete di più?".
Che poi, è come dire: "Ti
chiedo delle patate e mi rispondi sui fagioli!".
"La
caratteristica di un buon politico, deve consistere nel saper
prendere in giro se stesso, prima che gli altri" (Giuseppe
Tomasi di Lampedusa).
Mi
sono domandato perché mai, un amministratore della cosa
pubblica (quindi, di tutti) debba, molto spesso, essere così
dotato di rara e spiccata ignoranza... la risposta la possiamo
trovare, osservando chi manipola e gestisce (alla meno peggio) i
fatti del mondo. Esistono Multinazionali che sfruttano e affamano i
paesi dell’Africa i quali, grazie alle loro immense risorse
minerarie e petrolifere, potrebbero diventare come la Svizzera; ci
sono affaristi senza scrupoli che, per vendere mezzo chilo di gas
nervino, o un po’ di uranio impoverito, organizzano guerre,
ovunque sia possibile "forzare un po’ la mano".
E
che dire di quelle super(pre)potenze militari che entrano nei confini
geografici altrui, allo stregua del miliziano di regime che ti piomba
in casa e ti stupra la moglie, magari colpevole di attività
cospirativa? E poi, in ultimo, vogliamo non considerare i famosi
"pezzotti" (alias capomafia) che affogano, sommersi dai
rifiuti tossici che provvedono ad interrare in casa loro? Costoro,
non rappresentano, certo, la Società intera ma, sicuramente,
il suo zoccolo duro posizionato, stabilmente, nella mota deiettiva
degli encefali atrofici contemporanei.
Chi
li rappresenta?
I
designati politici (per la maggiorparte, collocati dai segretari di
partito e senza obbligo di mandato).
Come
dire: Ciascuno ha il capo che si merita! La
politica è la sottile arte di prendere voti dai poveri e
finanziamenti dai ricchi, promettendo di proteggere gli uni dagli
altri. (Arthur Bloch). Sarà
anche per questo che, molti giovani, pur di non vedere un simile
squallido spettacolo, stanno sperimentando, fra
l’altro, l’eyeballing, che
consiste nel versare vodka sulle pupille, per provare un immediato
effetto di "sballo", dal momento che l’alcol filtra
attraverso le mucose ed entra velocemente nel flusso sanguigno (con
tutti i danni collaterali per l’apparato visivo, ovviamente).
Come
si migliora la Società?
Sembra
ovvio ma, a distanza di millenni da quando si è arrivati a
capirlo, ancora non si è trovata una risposta più
adeguata... e cioè: "costruendo ciò che manca,
cominciando dal singolo". Ognuno di noi necessita di conoscere
il motivo per cui utilizza se stesso e il proprio tempo vitale.
Questo significa avere una buona comunicazione con se stessi,
anzitutto (cioè un corretto sviluppo della propria identità),
altrimenti si vive sempre "col coltello nella schiena", in
allarme continuo, in crisi perenne. Bisogna necessariamente
ricondurre tutto alla migliore conoscenza dell’essere umano,
perché:
La
Società è
l’insieme di tanti esseri umani;
la
Morale è
il prodotto della migliore efficienza espressa dagli esseri umani
per convivere in una dimensione di equidistanza rispetto al positivo
e al negativo;
la
Politica è
la gestione della conduzione degli esseri umani nella Società.
Da qui la necessità di migliorare gli esseri umani, il che
porta, logicamente, allo sviluppo positivo della Società
attraverso una politica che tenga conto anche delle indicazioni
morali.
Si...
ma, nel frattempo?
Non
possiamo che concludere come Tomasi di Lampedusa nel
suo "Gattopardo": Noi
fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli
sciacalletti e le iene. Tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore,
continueremo a crederci il sale della terra!
Giorgio
Marchese, Direttore
La Strad@
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