“Buongiorno avvocato, ho letto in internet un suo intervento in relazione ai doni fatti in periodo di fidanzamento Le chiedo gentilmente un’opinione
in merito al mio caso - ho conosciuto il mio compagno nel 2005 al 31 dicembre del 2005 mi ha regalato un diamante e chiesto di sposarlo - A gennaio del 2007 siamo andati a vivere insieme, in questo periodo sino al giugno
2010 ho contribuito all’andamenteo familiare mettendo in casa il mio stipendio ho accudito sua madre prima in una casa vicina alla nostra e poi per quasi un anno in casa mia quando era allettata. Nel 2008 ha perso il lavoro
ed io l’ho sempre supportato ed amato dandogli tutte le attenzioni possibili - Si e’ allontanato da casa per motivi di lavoro ( stagioni in hotel in Sardegna e in montagna in inverno) e io sono rimasta da sola nella casa (intestata
a lui ) con sua madre e mio figlio (avuto da un precedente matrimonio). In agosto 2009 sua madre si e’ trasferita dall’altro figlio a Milano. Il giorno 8 giugno 2010 mi ha comunicato di aver raggiunto l’eta’ pensionabile
e di volersi trasferire in Argentina dove la vita costa molto meno che in Italia - mi ha detto di trovarmi una nuova sistemazione e chiesto di andare via da quella casa, nel giro di un mese mi sono trovata senza nemmeno un
soldo - dato che non ho mai accontanato soldi per mio conto - e ho cercato e trovato casa - mi dato circa 2000,00 euro affinche’ mi sistemassi (mesi di caparra e arredamento e spese varie...). Oggi mi chiede in restituzione
l’anello di fidanzamento - non ci siamo mai sposati perche’ lui ha fatto retromarcia - ne sono uscita davvero male da questa storia - devo restituire il gioiello ? Non voglio andare per vie legali ne’ voglio infilarmi in avventure
funanboliche per un anello - certo che davvero mi secca essere abbandonata usata e trattata come un’estranea. Le aggiungo che ho iniziato le pratiche per l’istruzione di un mutuo per acquistare quella che una
volta era la "nostra casa" gli ho dato una caparra a titolo di compromesso e ad ottobre firmeremo l’atto. A maggio come previsto nel compromesso entrero’ nella mia vecchia casa "pagandogli un affitto
sino al mese di ottobre. Grazie per una Sua cortese risposta. Cordiali saluti. E. S."
L’art. 80 codice civile prevede che <<Il promittente può domandare la restituzione dei doni fatti a causa della promessa di matrimonio, se questo non è stato contratto. La domanda non è proponibile dopo un anno dal giorno in cui s’è avuto il rifiuto di celebrare il matrimonio o dal giorno della
morte di uno dei promittenti>>. Secondo tale norma, come precisato dalla giurisprudenza, la rottura della promessa di matrimonio legittima il donante a richiedere la restituzione dei doni fatti "a causa" della
promessa e ciò a prescindere dalle cause della
rottura, che restano prive di rilevanza.
Pertanto, anche il responsabile della rottura del fidanzamento può chiedere
la restituzione dei regali fatti a causa della promessa di matrimonio.
Nella nozione di "doni" da restituire in caso di mancato matrimonio si ritengono comprese tutte le attribuzioni a titolo gratuito effettuate tra fidanzati in vista delle future nozze, a prescindere dal valore del bene donato. In particolare, il dono di un anello è considerato regalo fatto a causa
della promessa di matrimonio e, perciò, soggetto alla disciplina contenuta nell’art. 80 codice civile.
Erminia Acri-Avvocato
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