La fimminata.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

10 agosto 2010






Un comportamento tipicamente femminile: la gelosia.


 

Pensieri degli anni difficili

 

 

Un sabato pomeriggio di una calda estate.

 Esco, abbastanza presto col calore che avvolge ogni mio movimento. Un po’ frastornata dai tanti pensieri che non hanno una collocazione precisa, vagano veloci nella mente, accendendo dubbi e domande e sfuggendo senza ritegno.

 A volte non riesco a capirmi! Ma non nelle cose importanti che richiedono magari un’attenta riflessione, quanto nelle più banali, legate alla gestione della quotidianità. E può capitare che mi ritrovo ingrugnita senza sapere assolutamente il perché, sento che manca qualcosa ma non riesco a darmi una risposta adeguata.

Sarà un problema ormonale...

 Un breve giro in compagnia dell’amica più cara, poche chiacchiere in verità, continuo ad essere su un pianeta un po’ lontano dalla Terra.

 Quando mi trovo ingabbiata in questo stato d’animo sento confusione che mi annebbia quasi la vista. La mia distrazione raggiunge livelli tali da "forse è meglio non mettersi al volante dell’auto". Chi mi sta accanto, a meno che non preso dai propri problemi, avverte questa assenza e poco può fare.

 Non è successo niente di importante!

 È finita un’altra settimana di lavoro, ho riflettuto come sempre, in maniera esasperata, ho letto i miei bravi libri e tutto il resto. Ma..., inquieta, provo un senso di inquietudine preludio a un qualcosa che sta per scoppiare nell’aria e che, di sicuro, darà una sterzata a questo stato di cose. È come avere una vertigine da compressione. La tensione che si nasconde, senza sapere il perché, è bene venga fuori.

 Raggiungiamo finalmente uno dei grandi magazzini della città, anzi un po’ fuori. Quei posti immensi dove si trova di tutto, dove, talmente grande, ti sembra di abitare in un’altra regione. I visi delle persone completamente sconosciuti: è veramente difficile incontrare qualcuno che bene si conosce. Ma...

 Il caso. Quando la casualità decide che è arrivato il momento di farsi sentire! Lo stesso posto, nello stesso identico momento.

 Inciampo in un incontro che mai avevo immaginato. Porgo la mano e la guancia e fuggo via. Uno sbandamento e una vertigine, non riesco bene a capire cosa mi sta succedendo, qual è lo stato d’animo che accompagna questo fugace scambio di innocenti baci.

 Per mia natura sono una persona che poco prova il sentimento della gelosia, anzi non sono così gelosa che spesso l’altro sente quasi fastidio, sembra una mancanza, un quasi "non me ne frega niente di quello che fai". Non è proprio così. In realtà se mi trovo legata a qualcuno, se provo, e ovviamente se mi sento ricambiata, un sentimento d’amore in me scatta il meccanismo della fiducia più totale, per nessuna ragione al mondo penso che lui possa provare interesse per un’altra persona. Ma vorrei fare una ulteriore distinzione altrimenti potrei dare l’immagine della "sicurissima di sé" che, molto egocentricamente, pensa che le altre non contano nulla al mio cospetto. Sono portata a fidarmi ciecamente dei sentimenti dell’altro, se l’interesse è rivolto verso la mia persona protendo verso l’amore più totale che esclude qualsiasi altra cosa. E questo, di conseguenza, mi porta a non vedere le occhiate furtive, gli apprezzamenti che si leggono sui visi, insomma tutte le donne che girano per il mondo a suscitare l’interesse.

Ma...

Mi fermo all’interno del grande magazzino e cerco di capire cosa mi è successo. Una sensazione nuova, provata di striscio negli anni precedenti, ma così intensamente mai mi era capitato. Ripenso all’incontro appena andato: mi sforzo di ricordare quello che la mente ha cercato di escludere per proteggermi, quello che i miei occhi non hanno voluto in alcun modo vedere.

Lui, pieno dei suoi sicuri passi, in dolce compagnia... Una donna, un’altra donna.

E qui viene fuori tutta la parte femminile che è in me, che forse non è mai stata stimolata a tal punto da esplodere in questo modo.

Incomincio a vagare attraverso gli scaffali, non ricordo perché sono in questo posto, quali gli articoli da acquistare, mi manca l’aria e vorrei urlare. Mi siedo, per un istante, su un divano in esposizione e cerco di fare ordine e di decidere razionalmente come placare queste onde che mi pervadono. Pochi minuti e la risposta è a me: non voglio controllare alcuna reazione, decido di lasciarmi andare, ovviamente, senza scene plateali, ma divertendomi un po’. E allora gioco sulla sua sicurezza e tranquillità e comincia una partita.

Con tutta la disinvoltura che appartiene alle donne che non vogliono mostrare, incomincia quasi un inseguimento, che vuole apparire più che mai legato al caso. Irrompo senza guardare dentro gli occhi dietro ogni angolo, apparentemente distratta dagli articoli, attirata dalle stesse identiche cose che possono fare incrociare le nostre strade.

 Siamo in tre, io, lui e lei ad esaminare le stesse cose, dagli attrezzi per il giardinaggio agli oggetti da bagno. Casualmente... ci incontriamo in ogni punto.

 Guardo da lontano e provo a capire cosa mi infastidisce. La verità, voglio dirla tutta e senza mezzi termini o discorsi razionali che possano deviare il mio sentimento primordiale ed istintivo: gelosa, sono gelosa!!!

 Arriviamo, sempre in tre alla fine del percorso, alle casse, siamo ormai alla chiusura. Sono stanca, i miei occhi incontrano fino in fondo i suoi che hanno ormai perso sicurezza dopo questa lunga ed estenuante corsa. Il mio sguardo può colpire. Lui, implorante, para il colpo.

 

Fernanda

 

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