2010. L’anno delle speranze possibili. Ma non probabili.
di Giuseppe Chiaia  ( peppinochiaia@libero.it )

18 gennaio 2010

Anche se Natale è finito da un po', ormai, continuiamo a scambiarci gli auguri con la segreta speranza di vivere, almeno, una molecola di felicità, di pace spirituale, anche se il cadenzare del tempo ci atrofizza nella monotonia della quotidianità; eppure, basta poco per sfuggire all'impalpabile tela che ci lega ad un serie estenuante di ripetitivi comportamenti, nei quali ci avvolgiamo, perdendo, sempre più, il senso della vita: basta intenderla, questa, come gioioso dovere verso infinite conoscenze; che, solo esse, ci gratificano del nostro esistere. Viene in mente il leopardiano "dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere", con l'amara deduzione del povero venditore ambulante che non ricorda nessuno dei suoi anni trascorsi che gli sia sembrato felice, ed in questo utopico inseguire la felicità anche il "solitario usignolo di Recanati" varcherà, deluso, "la detestata soglia" ove ogni conoscenza termina. Eppure, c'è qualcosa che ci trattiene dall'eterno oblio; c'è l'ansia dei genitori, l'amore dei figli, la serenità dell'amicizia, l'atarassia degli epicurei, il dover essere di Socrate e di Kant. Ma ci sono, pure, gli esagitati, i miseri ed infelici politicanti, quelli che, ogni giorno, si esercitano nello scambio di contumelie, a tal punto che, quando appaiono in televisione, rischiano... PER LEGGERE TUTTO ILTESTO,CLICCARE SULTITOLO.



...gravi danni cardiaci, attese le compressioni iraconde del loro diaframma! Ci sono, poi, di quelli, falliti nella vita o deficitari di intelletto, che vanno alla ricerca di una tragica pubblicità, fatta di violenza e di tragedia, discendenti folli ed esaltati di quell’Erostrato che nel 356 a. C. incendiò il tempio di Diana-Artemide in Efeso (antica città della Lidia, sulla costa del mare Egeo)e che non trovò di meglio per ritagliarsi un posto nella storia. Lo stesso terrorismo, originato da un fanatismo fideistico, ha radici lontanissime, da Poitier a Granada, da Vienna a Lepanto, non ha mai cessato di perseguire l’islamizzazione violenta dei popoli del mondo, quasi alter ego del Nazismo e del Comunismo. Di fronte a questi eventi, perniciosi per l’umanità, la nostra civiltà è chiamata ad un’ulteriore sfida: far rivivere la matrice greco-latina di cui è intessuto tutto il mondo democratico.- E la smettano i politici, o meglio, i settari della politica, a scontrarsi e sbranarsi, tutti intenti a consumare il loro vivere nella spasmodica conquista(non solo di prebende e laute indennità) di un potere che solo la volontà di un popolo può democraticamente assegnare, visto come vanno le cose in quel di Teheran.

Giuseppe Chiaia - preside

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