Donne...
di Marta Spina  (  )

30 maggio 2009






...ancora vittime.


Il Gioacchino - Approfondimenti sociali

Terrore, paralisi, rifiuto dello straniero. Ecco i pensieri che attanagliano la mente di ogni giovane donna dopo gli sconcertanti avvenimenti degli ultimi tempi: la 14enne violentata a Roma da due romeni nel parco della Caffarella, la coppia di Guidonia, il tragico epilogo della notte di Capodanno. Milano e Roma sono i due centri nell’occhio del ciclone.

L’atmosfera è cupa, carica di odio e indignazione. Urla, insulti, violenza contro immigrati che poco hanno a che fare con i veri responsabili di questa deriva. Trionfano scritte rabbiose: "occhio per occhio", "rom vergogna assassini", o ancora "per voi bestie nessuna pietà". Si levano all’unisono le voci dei concittadini, mentre i familiari parlano già di vendetta. L’opinione pubblica insorge contro l’operato del governo.

La replica?

Una vigorosa presa di posizione culminata con la repentina approvazione di un decreto antistupro. Vietata la concessione dei domiciliari a chi è accusato di violenza sessuale, portata a 18 mesi la permanenza dei clandestini nei centri d’accoglienza e, infine, affiancate agli organi di polizia ronde di cittadini che segnaleranno alle forze dell’ordine eventuali disordini che possano arrecare danno alla sicurezza. Immediate le repliche del mondo politico.

Un vero e proprio vespaio. La perplessità è quella che le ronde siano un’arma a doppio taglio, capace di innescare un conflitto sociale tra i cittadini stessi e le forze dell’ordine spesso in disaccordo e che cominci a farsi strada "una giustizia fai da te" che sfocerebbe inevitabilmente in chiare manifestazioni di intolleranza.

Roba da Far West! E se fossero proprio gli stessi padri, nonni, zii, fidanzati, mariti italiani, i carnefici di vittime silenziose, i responsabili di crimini celati dalle mura domestiche?

La conferma viene da Palazzo Madama. Il Ministro degli Interni Maroni ha sottolineato come solo il 7% degli stupratori sia straniero. Ma certo Il problema esiste. Con l’ingente numero di miserabili che fugge da destini di fame ,povertà, soprusi , sbarcano sulle nostre frontiere delinquenti di ogni specie. Clandestini privi di scrupoli e pronti a commettere ogni tipo di nefandezza, balordi allo sbando senza più nulla da perdere.

E allora, come sopire scontri etnici, sociali, religiosi in un Paese già duramente provato dalla recessione? Come contrastare l’effetto domino innescato? Forse con un’inversione di marcia. Più che l’adozione di metodi coercitivi, che consegnerebbero l’Italia nelle mani di sicari quali la xenofobia, l’indifferenza verso i bisognosi, l’oblio per i diritti umani (in difesa dei quali, è bene ricordarlo, il nostro Paese si è sempre schierato appassionatamente), bisognerebbe risalire agli albori del fenomeno della violenza. Scovarne i motivi etici e culturali. Inquadrare ogni soggetto violento alla luce di un’intricata rete di meccanismi psicologici.

Il Leviatano occidentale ha plasmato una società il cui divario tra ricchezza e povertà è ormai incolmabile. Un mondo fatto di masse in preda alla miseria e disperazione da un lato. Di ragazzi annoiati e fin troppo sazi dall’altro. In entrambi i casi una realtà che esclude ogni tipo di valore. Oltre che di esitazione. Ecco perché chiunque non sia in grado, per mancanza di mezzi o "per volere del Fato", di sgomitare abbastanza, non può inserirsi in quella piramide sociale ai cui vertici vi sono, naturalmente, potere, denaro, facile successo, ammirazione. In una parola: benessere. Subito esplicitato il motivo di tanta frustrazione e accanimento. Tutti coloro che violentano le nostre donne, condannandole a una lunga serie di insuccessi nella vita sociale e affettiva, altro non sono che disadattati. Individualità stanche di vivere una vita priva di senso, capaci di essere parte di un mondo che si fa beffe di loro con la sola forza bruta. Cavie del fallito esperimento occidentale.

Quell’esperimento perverso e diabolico che continua a considerare l’Europa un’isola felice, prospera ed estranea alle sciagure del restante ecumene. Un’Europa, perfetta incarnazione di un mondo elitario e perbenista, che si nasconde dietro al rifiuto dello straniero per occultare i propri morbi.

 

Marta Spina - III / D Liceo Classico "Gioacchino da Fiore" Rende (Cs)

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