Quesiti - Banche e accesso al credito...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

11 aprile 2006



Agi e disagi.


 

Psicologia in pillole - 26

Come incide sulla qualità della vita, la possibilità di un accesso al credito (prestiti, mutui, finanziamenti di vario genere, etc.) realisticamente accettabile e quanto, invece, contribuisce a generare tensioni e stati di insicurezza, quella gestione del potere che le banche esercitano sul cittadino, rendendo oltremodo complesso il rapporto con istituzioni vitali sul piano dell’economia?

 

Storicamente, il ruolo della banca è stato quello di custode e amministratore dei risparmi grazie ai quali,ogni istituto di credito ha costruito un serbatoio di autonomia gestionale e patrimoniale. Ovviamente, un tale sistema, si basava su un reciproco rapporto fiduciario fra le parti in causa, inducendo l’utenza a considerare tali strutture economiche alla stregua di custodi di sogni e aspirazioni, sotto la cui ala, sentirsi sicuri.

Nel tempo, modificandosi quei parametri che identificavano i valori sociali di riferimento, si è delineato un quadro tendente a considerare il fruitore del servizio (correntista, risparmiatore, investitore) sotto quell’ottica di matrice anglosassone ispirata al Just and time ("giusto quando serve") mirante ad acquisire "portafoglio" senza adeguata tutela giuridica e psicologica.

Allo stato attuale, non esiste, nei fatti (se non negli sporadici esempi di banca etica), una condizione logica che consenta di guardare con fiducia alla realizzazione di ciò che rappresenta il patrimonio delle proprie aspirazioni come, ad esempio, la casa, il finanziamento per avviare un’attività lavorativa in proprio, la garanzia di vedersi custodito il frutto di anni di tribolazioni, etc.

Tutto ciò genera, inevitabilmente, quelle condizioni di sfiducia collettiva di tipo "ingravescente", estrinsecatesi, sempre più, in manifestazioni che deviano da ciò che può definirsi una vita "sana" ed "equilibrata" al punto tale da far concludere che il banchiere incarna la figura di colui che ti presta l’ombrello quando c’è il sole, ma te ne chiede la restituzione non appena minaccia di piovere.

 

G. M. - Medico Psicoterapeuta

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