Condizionamenti e manipolazioni...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

10 novembre 2009






Quanto siamo veramente "liberi"?


A spasso verso un futuro migliore

Caro Dottore, vorrei qualche chiarimento su qualcosa che mi sembra limitare molto le nostre vite: i condizionamenti e le manipolazioni. Partiamo dal significato fornito dal dizionario italiano, che definisce il "condizionamento" come " il sottoporre a determinate condizioni; influenzare determinando il comportamento". Per "manipolazione", invece, si intende "modifica indotta nei valori e nei bisogni di un individuo o di un gruppo di individui, specialmente servendosi dei mezzi di comunicazione di massa, allo scopo di esercitare un controllo in determinati settori sociali". Come possono essere meglio definiti questi due concetti?

Condizionare deriva dal latino condicionem, che significa "accordo stabilito in comune". Il termine connota la subordinazione di un comportamento ad un determinato stimolo che crea delle condizioni in grado di determinare il complesso delle circostanze o dei rapporti che definiscono il modo di essere delle cose o il modo di esistere degli esseri umani. Manipolazione deve le sue origini al latino manipolo e, sostanzialmente, indica un colpo di mano subdolo finalizzato a tramare un inganno con astuzia.

Con riferimento all’aspetto psichico dell’essere umano, che differenza c’è tra condizionamento e manipolazione?

Tenuto conto del fatto che ogni essere vivente è sottoposto alle sollecitazioni (ad esempio le quattro interazioni) che la Natura ci pone di fronte ed a tutto ciò che consegue, possiamo concludere che non esiste elemento che possa considerarsi fuori da un aspetto condizionante.

Che vuol dire?

Le montagne sono sottoposte all’azione erosiva degli agenti esterni, l’acqua e l’aria si devono "arrendere" a immissioni e conseguenti reazioni di diluizione e trasformazione...

E l’essere umano?

Tutto ciò che pensa, è il frutto di quello che ha imparato, anche (e soprattutto) in maniera inconsapevole. Il nostro modo di essere, il carattere che manifestiamo, sono in diretta rispondenza dei flussi di informazione che ci investono continuamente e ci "modellano" creando culture e "subculture" (caratteristiche peculiari legate al territorio di appartenenza).

E la nostra capacità di decidere?

Resta in funzione dei metri di giudizio che costruiamo in base a ciò che apprendiamo e alle Leggi di Natura cui, di fatto, siamo vincolati.

E la creatività?

Dipende da elaborati complessi in settori che conosciamo bene, conseguenti, comunque, a regole psicobiofisiche le quali, pur avendo dei margini di implementazione elevatissimi, non possono "scartare di lato" da binari codificati in millenni di evoluzione.

In sostanza?

Sarebbe in grado di tradurmi la sua rivista preferita in giapponese?

No!

E perché?

Perché non lo conosco!

Come vede, possiamo pensare ciò che abbiamo acquisito come elementi di base. Ciò che non conosciamo, non lo possiamo elaborare.

Altro che libertà di pensiero!

Nella vita non si può parlare in termini assoluti ma solo di aspetti relativi a qualcosa o qualcuno. Questa è la realtà.

Quanti tipi di condizionamenti esistono e quali effetti sono in grado di provocare?

"Quello che davvero mi interessa è se Dio, quando creò il mondo, aveva scelta" (Albert Einstein). Alla luce di quanto ho espresso finora, possiamo configurare due tipi di condizionamento: uno positivo (che è quello naturale) ed uno negativo (che è parente stretto della manipolazione).

L’aspetto peggiore dei condizionamenti è che ci inducono ad agire in un certo modo mentre crediamo che il nostro comportamento sia determinato dalla nostra libertà. Mi riferisco in particolare al "condizionamento" mass-mediatico, che si è rivelato uno degli elementi essenziali per la conquista del potere nell’attuale società. L’incidenza dei condizionamenti è tale che chi esprime opinioni proprie difformi da quelle "imposte" appare un personaggio "strano". E’ possibile resistere ai condizionamenti e riuscire a pensare in proprio?

Spesso ci siamo riferiti alla logica universale rispetto ai bisogni reali che ci vedono interessati. Provi ad utilizzare questo valido strumento e le cose miglioreranno non poco.

Nel presente contesto sociale, chi vuole mantenere la propria autonomia di pensiero e comportamento, può riuscire, contestualmente, ad integrarsi?

Ne abbiamo parlato altre volte. L’integrazione prevede la capacità di inserirsi in un ambiente, adattandosi ad esso, assimilando le sue regole e integrandole colle proprie esigenze. La cosa è possibile, nel rispetto delle leggi naturali e di quelle sociali. Ovviamente bisogna sviluppare una buona flessibilità.

Il solito aforisma, per salutarci?

Preferisco trasmetterle il testo di una canzone di Giorgio Gaber. Buone riflessioni. "Non insegnate ai bambini la vostra morale; è così stanca e malata che potrebbe far male.
Forse una grave imprudenza è lasciarli in balia di una falsa coscienza. Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro; non indicate per loro una via conosciuta ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita. Giro giro tondo cambia il mondo. Non divulgate ai bambini
illusioni sociali, non gli riempite il futuro di vecchi ideali: l’unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura. Non esaltate il talento che è sempre più spento, non li avviate al bel canto, al teatro
alla danza ma, se proprio volete, raccontategli il sogno di un’antica speranza. Non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi, il cuore e la mente; stategli sempre vicini, date fiducia all’amore: il resto è niente. Giro giro tondo cambia il mondo".

 

G. M. Medico Psicoterapeuta

 

Si ringrazia Erminia Acri per la formulazione delle domande

 

 

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