La Logica e le Leggi di Natura.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

14 agosto 2004





Esistono delle Leggi "Globali". Scopriamole!


 

Una bussola... facile facile ! - 5

Continuiamo la rubrica che si occuperà di spiegare in che modo imparare a padroneggiare la nostra bussola interiore definita logica Universale, per riuscire a liberarci dalla schiavitù dei conflitti ed orientarci fra cos’è giusto e cosa va evitato. Il lavoro risente degli studi del medico psicoterapeuta Giovanni Russo e dei suoi avanzamenti scientifici.

BUONA LETTURA.

 

L’adattamento alle Leggi Globali Naturali, esterne o interne agli esseri umani, dovrebbe essere sempre garantito dalla logica?

No, come sa, tutto dipende dagli elaborati di pensiero.

Comunque, prima di andare avanti, cerchiamo di capire perché è importante sapere che esistono queste Leggi di Natura.

Le Leggi che ha scoperto Giovanni Russo!

Giovanni Russo le ha codificate meglio, in funzione dell’azione sull’essere umano: non le ha scoperte, diciamo che le ha osservate con attenzione.

Partiamo dal principio che, come abbiamo già detto, la Logica è paragonabile ad una bussola che ci "orienta" verso Leggi di Natura, per fare in modo che un pensiero possa risultare corretto per tutti gli esseri umani di ogni età, epoca e luogo. A questo punto riconsideriamo brevemente le leggi di Natura. Partiamo dalle Quattro Interazioni (Forte - Debole - Gravitazionale - Elettromagnetica): ci danno la certezza che siamo, di base, tutti uguali, perché sottoposti alle medesime sollecitazioni. Continuiamo con i Bisogni psicofisici degli esseri umani: grazie a loro, sappiamo di essere tutti simili; infatti, ogni persona deve appagare le proprie necessità (vuoi di cibo che di autorealizzazione), però ciascuno lo fa condizionato dalla propria cultura e dalle contingenze circostanti. Prendiamo in considerazione, ora, le tre qualità energetiche di Energia Vitale Umana (aggressività, affettività e neutrergia) che attivano la nostra personalità, animandola: ci mettono tutti sullo stesso piano di partenza perché, la vera differenza la faranno le sollecitazioni cui ognuno sarà sottoposto nell’arco della propria esistenza. Ovviamente, il tutto deve rispettare i requisiti di Verità e Realtà.

Verità e Realtà? Questi termini mi richiamano alla memoria dei concetti religiosi!

Beh, il termine "Verità" significa, nella lingua italiana, "Elemento che esiste in senso assoluto, che trova pieno riscontro e assoluta conferma nella realtà effettiva delle cose, sincero, non finto, non simulato, autentico, genuino"; mentre, con "Realtà", identifichiamo "la possibilità di verificare ciò che è concreto, tangibile: in sostanza, tutto ciò che esiste veramente ed è documentato dall’esperienza". A queste condizioni, la Logica, può veramente porsi come autorevole punto di riferimento per chi voglia vivere in maniera da poter andare d’accordo con tutti quelli che ragionano e pensano bene. La religione, invece, prevede degli atti di fede nei confronti di elementi difficilmente dimostrabili.

Bene, ora il discorso è più chiaro!

E torniamo alla sua domanda di prima. Le Leggi Globali mettono in relazione l’essere umano col mondo esterno (quelle "esterne") e servono anche come parametri di riferimento per il buon funzionamento del metabolismo psicofisico (quelle "interne").

Può farmi degli esempi?

È presto detto. Prendiamo in considerazione tutte le stimolazioni che ci investono, come la pioggia, il vento, la luce, il sole, il buio della notte, la temperatura ambientale, tutto quello che ha a che fare coi suoni della Natura; scartiamo, ovviamente, tutto quello che ha a che fare con i rumori della Società: ne veniamo investiti, ma non rientrano nelle Leggi di Natura. Secondo principi naturali e, quindi, corretti noi dovremmo vivere bene il rapporto con questi elementi. Ad esempio, ci sono persone che si deprimono quando piove e non c’è il sole, ma è una questione di apprendimenti scorretti, perché la pioggia è un fenomeno naturale, quindi non dovrebbe creare delle alterazioni tali da guastare l’umore. E’ vero che ci sono persone che risentono del cambiamento del tempo, però non è la regola (ne abbiamo parlato anche in articoli specifici). Sono persone che hanno delle difficoltà nel sapersi adattare dal punto di vista organico, i cosiddetti "metereopatici", però sono fuori norma. Nella norma noi non dovremmo percepire fastidio al cambiamento del tempo né essere influenzati più di tanto dal sole o dalla pioggia, quando non ci troviamo, ovviamente, in situazioni estreme.

Possono esserci delle condizioni in cui, obiettivamente, un organismo ha difficoltà ad adattarsi, come il calore del sole?

L’eccesso di sole impedisce la sopravvivenza. Ma è, ripeto, una questione di quantità e qualità.

Siccome varia l’intensità del calore del sole, in base alle stagioni, noi non dovremmo riuscire ad adattarci al calore del sole invernale e, ugualmente, a quello estivo?

E’ una questione di reattività personale, individuale, ci sono esseri umani in grado di adattarsi a climi più difficili e persone non in grado di realizzare un simile adattamento, per lo più per una componente psicologica. Però quello a cui io mi riferisco è sempre una condizione intermedia, cioè un clima tutto sommato temperato. Allora, in queste situazioni, che ci sia il sole, che tiri vento, o piova, o nevichi, questo non deve implicare una variazione negativa del tono dell’umore. E’ questo il senso della Legge di Natura.

Però, anche queste situazioni estreme sono "offerte" dalla Natura.

Sì, ma ci sono delle situazioni al di là delle quali non si può andare. L’essere umano non ha colonizzato tutto il pianeta, perché ci sono delle zone dove la sopravvivenza è obiettivamente difficile, mentre lì dove è possibile vuol dire che si può resistere.

Ma, allora, noi dovremmo stare sotto la pioggia senza ombrello e non ammalarci?

Basta porre l’attenzione su un paio d’aspetti. I calciatori giocano sotto la pioggia, anche sotto la neve. Sono persone allenate, con un buon sistema immunitario e resistono bene. I giocatori di pallanuoto disputano molte competizioni in piscine scoperte non riscaldate, anche d’inverno, col maltempo, con temperature avverse. E’ una questione d’allenamento, soprattutto mentale.

Quindi, non ci sono delle condizioni obiettivamente dannose per l’organismo?

Ci sono dei limiti al di là dei quali non si può, umanamente, andare.

Ma anche gli esempi che mi ha fatto riguardano alcune persone, che riescono a stare in certe condizioni. Non tutti andiamo a buttarci in una piscina scoperta in inverno.

Diciamo che ciò è possibile per chi è particolarmente allenato e può darsi che questi elementi particolari lascino un segno in futuro, dal punto di vista, magari, di problemi alle articolazioni.

Quindi, è una condizione soggettiva, sia il fatto di avere mutamenti d’umore, sia il fatto di avere fastidi organici in relazione alle condizioni ambientali?

Non è logico che avvenga, però, dal punto di vista della cultura e degli apprendimenti in genere, si può notare una cosa del genere ma, ripeto, non è corretto. Così come avere paura del buio non è naturale, perché quest’ultimo appartiene alle Leggi di Natura; ovviamente, se una persona è stata condizionata da racconti di paura relativi al buio, produrrà delle fobie nei confronti di tutto quello che glielo ricorda. Per lo stesso motivo, non si dovrebbe avere diffidenza nei riguardi dell’acqua. C’è gente che non fa il bagno al mare perché vive il rapporto con l’acqua in maniera negativa. Questo non è corretto, perché l’acqua appartiene alle Leggi di Natura. Noi siamo stati immersi per tanti mesi nel liquido amniotico.

Io ricordo, da piccola, di aver avuto paura del buio per tanti anni, tanto da non voler attraversare da sola il corridoio per andare nella mia stanza, però, poi l’ho superata.

È più probabile che l’abbia accantonata.

Ci sono altre Leggi di Natura, oltre a quelle indicate nel libro del Dr.Russo "La Psiche Umana" (edizioni Sovera - Roma 1994)?

Tutto quello che cade sotto la nostra osservazione. Vorrei aggiungere che, per recuperare la tensione da stress, bisognerebbe mettersi in sintonia con quelle che sono le sollecitazioni naturali, ad esempio lo stormire delle foglie, il fluttuare delle onde, il cinguettio degli uccelli.

Bisognerebbe andare in un posto dove poter ascoltare solo quelli, e non altri rumori. Io non riesco a stare al mare, da un mese, perché c’è troppa confusione, oltre che per il caldo.

Comunque è una questione di orario, perché si può trovare il modo di entrare in sintonia con questi elementi, magari scendendo in spiaggia verso le 7:00 del mattino. Infatti, dopo le 9:00 inizia la confusione. Pertanto, magari una persona sposta i ritmi della propria giornata e va al mare nelle prime ore del mattino, che sono le migliori perché il sole non dà fastidio e in più, c’è iodio nell’aria.

Ma il mare, a quell’ora, non è freddo?

Non lo so, perché non l’ho sperimentato, ma può fare una camminata con l’acqua che le arriva al ginocchio e le fa bene lo stesso.

A proposito di Leggi Globali Naturali, ci sono, poi, quelle che riguardano il funzionamento metabolico psicofisico, e questo è importante da valutare come parametro, perché, ad esempio, la necessità di respirare porta a dover scegliere cosa far entrare nei polmoni. Secondo principi fisiologici noi abbiamo bisogno di aria, possibilmente non inquinata: non è previsto il fumo di sigaretta quindi, chi fuma va contro le Leggi di Natura. Così come bere porta alla consapevolizzazione che abbiamo bisogno di acqua, non di alcolici o di bibite industriali, perché, poi, altrimenti, dobbiamo fare un lavoro complesso per estrarre l’acqua da queste sostanze, combattendo la tossicità nei riguardi del fegato. Questo, come parametro, è indispensabile per riuscire ad evitare la confusione che ci propone la Società coi suoi prodotti artefatti.

Ci sono, però prodotti, molto pubblicizzati, tipo le bibite che aiutano ad integrare i sali minerali...

Questo è vero, però sono utili in condizioni estreme come, ad esempio, andare a giocare a tennis sotto il sole, in un’ora torrida: quest’attività comporta un depauperamento eccessivo di elettroliti, però non si dovrebbe fare, di conseguenza siamo in una situazione anomala. In una situazione normale i sali minerali persi potrebbero essere integrati con la verdura o con la frutta, perchè la Natura ha previsto una situazione simile.

Però, poi, bisogna vedere cosa c’è nella frutta e nella verdura che compriamo!

Questo è un argomento a parte. Io le sto facendo un discorso riguardante Leggi di Natura; poi, se la Società inquina gli alimenti, la Logica non lo può prevedere.

Continuando sulle Leggi Globali osserviamo, il concetto del dormire: è necessario un certo numero di ore di sonno. Chi pretende di modificare il proprio stile di vita lavorando di notte e dormendo di giorno, commette un errore dal punto di vista fisiologico, perché noi abbiamo bisogno di rispettare il ciclo circadiano influenzato dalla luce diurna, responsabile del controllo della produzione di importanti ormoni. La luce solare, inoltre, attiva la produzione di vitamine. Allora, non è prudente alterare certi ritmi, anche se, poi, per esigenze sociali (ad esempio, tutti coloro che fanno turni di notte), si è costretti a stravolgere quest’equilibrio, ma se ne pagano le conseguenze.

Paghiamo le conseguenze anche del fatto di non dormire un numero di ore sufficienti?

Certo, ma il discorso è più flessibile, perché comunque un certo numero di ore di sonno si fanno.

Dormire, in media, 5 ore può bastare?

Può essere anche sufficiente.

Anche se si dovrebbe dormire 8 ore?

Non esiste una regola fissa. Le famose 8 ore indicate in molte tabelle mediche, sono indicative. In genere, una persona, quando è sazia di sonno, si sveglia: possono passare 4 ore, 6 ore, 7 ore.

Però, anche a me, in certi periodi, è capitato di dormire pochissimo, di non riuscire ad addormentarmi pur sentendone l’esigenza e di sentirmi, poi, stordita per tutta la giornata.

Quello dipende da condizioni di tensione nervosa. E’ diverso.

Sono, quindi, situazioni legate ad un momento particolare?

Esattamente. Continuando il discorso, anche il ridere ed il piangere sono contemplati dalle Leggi di Natura, come valvole di scarico, per l’eccesso di energia aggressiva, soprattutto.

Però, ridere è un comportamento che si accetta abitualmente, ma piangere è considerato come qualcosa da nascondere.

Il piangere connota momenti certamente intimi, questo è vero, e, quindi, prevederebbero un minimo di privacy, proprio come esigenza di riservatezza, non come vergogna; però, molte volte, il pianto viene vissuto come condizione di svalutazione, cioè come appartenente ad una persona non forte caratterialmente. Questo è un errore, invece, perché, questa valvola di sfogo serve a ridurre gli eccessi di tensione, di preoccupazione.

Allora dovrebbe essere considerato "consentito", così come il riso?

E’ una questione di cultura, ci saranno dei posti dove questo accade e non appare strano.

Non capisco la differenza di atteggiamento, visto che hanno la stessa funzione.

Perché il pianto trasmette sofferenza, allora, le persone intorno non gradiscono, mentre il riso contagia, coinvolgendo positivamente.

Bene, credo che, rileggendo gli appunti di questo incontro, non dovrei avere problemi nel creare una dimestichezza con le Leggi di Natura. Secondo lei mi sbaglio?

Non c’è motivo di preoccuparsi. Rispettare i principi della Logica, in definitiva, viene spontaneo ed è, certo, meno complesso che decidere in maniera illogica. Basta avere le idee chiare e lasciar fare alla propria mente, "spontaneamente".

Dice davvero? Non c’è bisogno di fare tanto studio?

Indubbiamente lo studio aiuta a migliorarsi. Ma si ricordi che, come sosteneva Isaac Newton, "La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione".

 

G. M. - Medico Psicoterapeuta

 

Si ringrazia Erminia Acri per la formulazione delle domande e la collaborazione nella stesura del dattiloscritto

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