Macchinista o passeggero?
di Mariano Marchese  ( marianomarchese1@gmail.com )

27 settembre 2008

La vita ci piace definirla come un lungo binario percorso a bordo di un treno fantastico: dipende da noi essere semplici passeggeri o audaci macchinisti di quel treno. Questo lungo binario percorre, infatti, spazi infiniti dei quali noi rappresentiamo la finitezza, il limite e, forse, sarebbe opportuno che ognuno di noi, tutto questo, lo ricordasse a se stesso. Lungo questo percorso infinito scorrono volti, situazioni, emozioni, sensazioni...insomma, scorre, lenta, tutta la nostra vita; il binario, lungo il suo tragitto, si confonde con gli scambi, con i coacervi di altri binari che conducono in grandi e piccole stazioni da cui, comunque, ripartirà, ancora, per il suo lungo viaggio; e noi? Noi siamo a bordo del nostro treno di cui seguiamo o indirizziamo le vicende. E' proprio a questo punto che assume rilevanza la distinzione che abbiamo fatto in precedenza tra semplice passeggero e macchinista perché il primo, si lascia condurre sempre dal secondo? Non verificandosi mai il contrario; inoltre, il passeggero non ha mai alcuna responsabilità, se non riflessa, al contrario, il macchinista ne ha eccome; questo accade proprio perché il passeggero non può scegliere di indicare la ... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.




...strada, il percorso al macchinista, cioè, non ha facoltà di scelta mentre questo, deve necessariamente scegliere la direzione che ritiene migliore per giungere alla meta. Si sa, le scelte comportano sempre dei rischi ma, anche, tante gratificazioni, quelle gratificazioni che sono proprie di chi è cosciente di aver impresso alla propria vita un corso ben preciso, di chi sa di essere libero quindi, scevro da eventuali condizionamenti. Attenzione, però, perché non è facile essere liberi dal momento che si ha sempre un prezzo da dover pagare! In quelle stazioni, che rappresentano le tappe della nostra vita, a volte conviene scendere, altre volte no.. è importante, però, risalire sempre sul nostro treno per poter ripartire verso un’altra di quelle stazioni, verso un’altra esperienza; questo perché la vita è fatta di esperienze, belle e brutte, comunque di esperienze che devono necessariamente essere vissute, sofferte, perché ciò contribuirà alla nostra crescita, ad un’evoluzione costante che fa parte integrante del nostro mutante divenire. Adesso è chiaro perché nelle stazioni della nostra vita è ammessa la sosta ma non la fermata, perché smetteremmo di crescere, quindi, sarebbe la fine. Ancor peggio sarebbe scendere dal nostro per salire su un altro treno, magari che conduce nella direzione opposta....è avanti che dobbiamo guardare, dobbiamo farlo con passione e serietà, mai con paura, perché la paura blocca, paralizza, insomma ci conduce in oscure e pericolose sabbie mobili dalle quali è ben difficile venirne fuori; il treno della nostra vita è nostro, ma, a volte, può capitare che ci salga qualcun’ altro e che, questo qualcuno, faccia un tratto di strada con noi.... È importante, in questo caso, che al treno non venga mai imposta una direzione differente da quella iniziale e che si riesca, quindi, a concordare una meta comune, altrimenti si correrebbe il rischio di un eventuale deragliamento! Sta, quindi, a noi, scegliere almeno il ruolo da poter recitare in quella commedia chiamata vita, se quello più tranquillo del passeggero o quello deciso del macchinista....sta a noi decidere le stazioni dove poterci fermare, sta a noi fare in modo che il nostro treno prosegua la sua corsa verso il domani.. sta a noi essere altro piuttosto che noi stessi!

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