Nell’Anno del Signore.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

7 giugno 2004

Luci, al neon, accese sempre. Suoni, cupi, costanti. Odori, forti, di sterilizzazione. Questa è una sala di rianimazione. E questo è l'ambiente in cui Pasquino (dal bellissimo film di Gigi Magni), alias, Saturnino Manfredi è stato costretto a vivere nell'ultimo periodo della sua intensa vita... professionale e non solo. Che tormento deve essere stato, il non potere trasmettere quel suo modo "perfetto" di rendere accettabili anche le cose più tristi, che lo hanno reso famoso sugli schermi di chiunque possegga un sistema tv. Gli occhi, quelli, sono rimasti vigili ed espressivi, come nelle sue migliori interpretazioni, fino all'ultimo, fino a quando non ha deciso che era arrivato il momento delle rimembranze, di "passare alla storia". In grado di trovare da solo la formula del successo, è riuscito a diventare una multiforme "maschera" del nostro cinema e della nostra vita, grazie al suo impegno costante, nello studiare (era anche laureato in legge, oltre che diplomato all'Accademia di arte drammatica) e nel migliorarsi, senza peli sulla lingua. Fra i tanti personaggi interpretati, merita un segno preferenziale quello di Pasquino, da ciabattino a Cardinale "illuminato", con inclinazione a fustigatore dei costumi morali, all'epoca della Roma Papalina. Sensibile alle difficoltà delle persone meno fortunate (disabili psicofisici, etc.) ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


...si è dedicato alla realizzazione di pellicole in grado di costringere le coscienze "sorde" a capire che lavorare per aiutare anche gli altri, è segno di civiltà e dà più gusto alla quotidianità. Lascia nel suo "La luce prodigiosa" il proprio testamento morale, interpretando la parte di un vecchio smemorato, forse Garcia Lorca scampato alle fucilazioni franchiste, nell’Andalusia del 1936. Un atto riassuntivo, un ultimo pegno d’amore verso quel mondo di celluloide che ha dato un senso più vero a quel suo modo di essere... cosi "normale" nella propria eccezionalità. D’altronde, cos’altro avremmo potuto aspettarci, da un tipo che "più lo mandi giù e più ti tira su?"

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