"La passione di Cristo" di Mel Gibson.
di Redazione La Strada  ( info@lastradaweb.it )

16 maggio 2004

Le riflessioni di una nostra lettrice su un film che ha fatto tanto discutere.


Le polemiche fiorite attorno al film di Mel Gibson circa gli aspetti cruenti del racconto fanno torto, mettendolo in ombra, al taglio spirituale (da molti negato) di certe scene.Possiamo riferirci a quelle nelle quali i richiami della memoria aprono parentesi di lirismo, pur in un mare di sangue:all’immagine della caduta di Cristo sotto il peso della croce si sovrappone il ricordo di Maria,madre impietrita,nel quale Ella si vede correre ad abbracciare Gesu’ bambino,caduto a terra,mentre gli dice "ci sono io"; la stessa frase pronunciata ora di fronte al Figlio flagellato e morente.

Ancora,la crudezza della scena nella quale il sangue di Cristo e’ sparso per terra, dopo la flagellazione, viene assorbita dalla dignitosa,disperata tenerezza di Maria che, insieme alla Maddalena,lo raccoglie con candide stoffe.

E’ grande, Maria, nel suo tormento di "Mater dolorosa". E’ tenera nella sua paura, nella sua disperazione muta per un Figlio che ha deciso di non sottrarsi all’accanimento del mondo.

C’e’ spiritualita’ nelle digressioni della memoria dello stesso Cristo che ricorda la Madre,che ricorda i discepoli e i suoi insegnamenti a loro, nella prospettiva di un totale capovolgimento dei valori mondani;c’e’ nel ricordo della Maddalena, in quella caduta di sassi dalle mani dei suoi aspiranti assassini dopo le parole di Cristo che non condanna perche’ vuole l’Uomo salvo.

Ne consegue che il sangue e la feroce violenza degli aguzzini di Cristo non dovrebbero considerarsi morboso accanimento descrittivo ma semplicemente puntuale esposizione di cio’ che e’ stato:la morte terribile sulla croce. Ammettendo che terribile non e’ da considerarsi la rappresentazione scenica ma il fatto in se’, non immiserito da un narrare "edulcorante". Ed e’ questo, forse, il punto dirimente rispetto ad un giudizio sul film:il credente puo’ apprezzare quello che l’occhio del critico cinematografico non considera sufficiente per lo spessore artistico del film. Soprattutto, il credente che sara’ stato condotto di fronte alla considerazione che Cristo e’ morto brutalmente, senza "sconti" , "solo" perche’ Figlio di Dio...Un Cristo spaventato, mortificato, massacrato, dispiega la sua umanita’ dolente e dignitosa e,in questa, la forza del suo messaggio d’Amore al mondo, del perdono che vuole sconfiggere la brutalita’ e rendere l’uomo libero dai suoi démoni

Guglielmina Del Trono

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