E’ arrivato l’arrotino?
di Francesco Chiaia  ( francescochiaia@libero.it )

15 maggio 2004





E tutti i problemi sono finalmente risolti!


È mattina, e, come non mi accade da molto, sono in studio, le udienze, anche presso sedi giudiziarie diverse, e gli impegni di carattere universitario non me lo consentono spesso.

È un giorno di metà maggio e piove. Ogni mattina mi sveglio con il rumore delle ruspe e delle scavatrici che demoliscono fabbricati per far posto ad altri fabbricati. Ma non sono eccessivamente infastidito da ciò.

La mia vita prosegue molto serrata, sugli obbiettivi da centrare. Ma sento che non sono solo questi, ce ne sono altri di obbiettivi. Forse gli obbiettivi sono ALTRO

Mentre, come capita ogni "santo" giorno, mi sveglio, vado a letto e sogno di vivere una vita sempre più consapevole, stamani è arrivato l’arrotino...

Una voce sicura e suadente, registrata senza inflessione dialettale e con precisioni logico sintattiche nell’esposizione, informa gli abitanti del rione, ed in particolare le donne, che è arrivato l’arrotino: e se la cucina a gas fa fumo o perde ( a gas, non a metano...) non farà più fumo e non perderà più, e come se non bastasse l’arrotino si trasforma in ombrellaio (sempre rivolto alle donne) ed informa che gli ombrelli rotti possono essere aggiustati (ma l’arrotino, mi domando, non è un artigiano che affila arnesi da taglio? Mah...).

Finisco di sorseggiare il mio caffè, e sto per ritornare ai miei studi quando finalmente l’arrotino informa che affila coltelli anche da prosciutto e forbici. "Finalmente!" esclamo ad alta voce ( sono solo nello studio)...

Dovete sapere che ormai nei meccanismi della mia mente si sono innestati dei sistemi di pensiero che si allertano di fronte a messaggi a carattere mellifluo o ingannatore - proprio come quelli dell’arrotino - che vorrebbero entrare, a mò di cavallo di troia, in alcuni miei apprendimenti, diciamo così, disinnescati che potrebbero essere, da tali messaggi, reinnescati.

Ma torniamo all’arrotino, l’annuncio di ciò che, quasi con soddisfazione da...luminare, riesce a fare con gli strumenti che ripara mi fa riflettere sul soggetto cui il messaggio è rivolto: le donne, e sull’oggetto del messaggio: cucine a gas, ombrelli, coltelli e forbici.

Donne ai fornelli!

Donne custodi del focolare domestico!

Se risolviamo i problemi di fumo e perdita alle cucine a gas e ripariamo ombrelli coltelli e forbici non avremo più problemi...sembra così soddisfatto di ciò che propone l’arrotino che, quasi quasi gli chiedo di salire e di darmi un’occhiata a cucina, ombrelli, coltelli e forbici chissà...forse mi risolve la vita in questo momento per me assai difficile.

Ma in che società che vivo!

Grido ad alta voce il mio disappunto e mi chiedo

a che serve sviluppare sempre di più la mie capacità se poi arrivo, come sto arrivando, a scoprire

  • che non ho frequentazioni soddisfacenti dal punto di vista amicale,

  • che la mia "compagna" - per verità da quando la conosco - comunicandomi la sua insoddisfazione sta per andarsene a Roma a realizzare correttamente se stessa presso studi professionali di alta qualità (ed ha ragione perché in questo parte del mondo, il sud, la Calabria, o sei mediocre o sei compromesso o devi fermare il tuo cammino per poterci vivere: non c’è posto per chi non si adegua verso il basso...) così, ponendomi davanti alla scelta di seguirla o meno, con i rischi che ciò comporta,

  • che per poter avere una vita qualitativamente migliore, dal punto di vista professionale devi, letteralmente, sopportare i potenti, i loro umori, le loro "puzze" energetiche,

  • che per lavorare su questioni (per me su processi penali o su ricerche scientifico-giuridiche ) di un certo spessore devi essere nei "giri" che contano,

  • che non basta essere "bravi" (secondo un linguaggio comune) - validi secondo un linguaggio corretto - per progredire nel lavoro verso mete sempre più interessanti e gratificanti: sei fuori dal giro e, quindi, sei un pericolo per "loro"...che non amano i cani sciolti,

  • che se sei una donna non puoi nemmeno tentare di essere migliore di un uomo, a meno di non cedere alcune parti della propria dignità al ( si fa per dire ) politico-potente di turno...

e ci sarebbe tanto altro da dire, ma mi fermo qui, per evitare a me stesso - ed a questo web-magazine - di ricevere querele per diffamazione...

A che serve migliorare...a che serve!

A che serve migliorare se una persona molto cara, in questo momento, è lontano per conoscere come vivrà nel prossimo futuro, avendo abusato delle sue enormi capacità per sopperire alle mancanze di tanti ed alle carenze della società in cui vive, e tu non puoi starle vicino.

A che serve migliorare, se poi scopri quanto "stretta" ti stia la vita che conduci.

A che serve migliorare se l’amore della tua vita, innamorata di te a sua volta, è costretta a dover andare via per realizzarsi, visto l’iposviluppo che la circonda e lo sviluppo che ha raggiunto sul piano personale e nel campo professionale: è un avvocato specializzato in diversi settori del diritto civile e del lavoro di un certo rilievo, che è sottoutilizzata dalla società calabrese perché non ha mai ceduto la sua dignità...di cui sopra ho scritto

A che serve migliorare...a che serve!

Meglio vivere nell’ignoranza, nel buio...mi ripeto in alcuni momenti della mia giornata

Vedete, il mio non è un lamento è solo una ricognizione dell’esistente infarcita da punte di aggressività.

In altri momenti, per "fortuna" mi ripeto che...No! Non è vero! Non mi posso rassegnare:

perché sono sempre stato un combattente, e sarò sempre combattivo,

e perché ricordo ancora di aver letto una domanda in qualcuno dei libri del prof. Giovanni Russo che mi è rimasta impressa nella mente, e che, più o meno, viene posta in questi termini: "se dovessi affrontare dei nemici preferiresti che fosse uno solo, ma in una stanza buia, oppure tanti, ma alla luce del sole?"

Ma che dico, di che mi preoccupo...c’è sempre l’arrotino, che con la sua presenza risolve i veri problemi della vita: la cucina a gas che fa fumo, l’ombrello sbrindellato, il coltello o le forbici senza filo...peccato...penso a me stesso con rammarico, in questo caso solo chi è donna avrà questo privilegio...

Ma perché queste cose accadono sempre al sud?!? Ma davvero si può pensare che una cucina a gas ( di quelle con la bombola del gas intendo ) non possa essere sostituita, che un ombrello non possa essere acquistato così come un set di coltelli o di forbici? Ma quale terzo mondo! Siamo al quinto...e non ci si vuole accorgere di questa realtà!

Al di là di queste considerazioni a sfondo aggressivo, sono consapevole che solo sviluppando la personalità riuscirò a vivere: non ho detto vivere meglio, ho detto "vivere", perché la vita è una gioia di per sé che non ha bisogno di predicati nominali che la qualifichino.

Ho 37 anni, e sto ottenendo successi nella mia vita professionale e, anche se agli inizi, accademica; ciò lo devo a due persone oltre me stesso: la mia "fidanzata" Mariella, che mi ha indotto e, come ama dire lei, "pungolato", costantemente perché riuscissi a capire la necessità di progredire e migliorare la mia esistenza, per vivere anche un rapporto d’amore con la A maiuscola con lei; ed il mio "amico" Giorgio, che mi ha fornito costantemente i parametri e le frequenze giuste per ascoltare il "canto" della vita.

Forse, anzi ne sono certo, non sono stato loro utile quanto loro lo siano stati per me, e non so come proseguiranno i nostri rapporti, ma sento il bisogno di ringraziarli pubblicamente per quanto, in particolare Mariella, hanno sopportato dalle mie difficoltà...a proposito: non sono arrotini...

Francesco Chiaia

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