Le ’verità’ del processo contro Adel Smith.
di Redazione La Strada  ( info@lastradaweb.it )

7 aprile 2004



Da un nostro lettore, un resoconto.


Essendo il diretto interessato, volevo dare delle informazioni più dettagliate sul processo contro Adel Smith celebrato a Verona il 16 marzo scorso (del quale riporto nella parte sottostante un articolo del giornale "L’Arena" di Verona, del 17 marzo).

 Il processo era stato avviato per una mia "denuncia-querela" presentata ad Ancona, ove risiedo, per le frasi pronunciate da Adel Smith in più occasioni, secondo il quale "la Chiesa è un’associazione a delinquere" e "il Papa è il capo di questa associazione a delinquere"; quindi, per deduzione, noi cattolici saremmo dei "delinquenti"... Quelle frasi e altre violavano degli articoli del Codice Penale, sia a riguardo del vilipendio della "religione Cattolica" (considerata ancora "religione di Stato"), sia a riguardo della "diffamazione".

La denuncia l’avevo presentata dietro invito del mio amico Dott. Arrigo Muscio di Brescia, Presidente dell’"Associazione Genitori Cattolici" di quella città, ed era stata accettata dalla Procura della Repubblica di Verona, convocandomi poi al processo (difeso dall’avv. AVANZI, di Verona), che, dopo due precedenti rinvii, è stato celebrato il 16 marzo scorso.

 L’Avv. AVANZI mi aveva informato che, in realtà, dal fascicolo in suo possesso, prelevato a mio nome, le denunce presentate contro Adel Smith sarebbero state fatte anche da altri cittadini, compreso Arrigo Muscio. Ma, stranamente, né Arrigo Muscio né gli altri denuncianti sono stati convocati, nonostante fossero "parte offesa". Io - che ero molto lontano da Verona - sono stato invece "stranamente" "scelto" come "l’unico" convocato per testimoniare contro Adel Smith.

 Allora ho avvisato il Dott. Arrigo Muscio, che si è presentato ugualmente all’Udienza del Tribunale di Verona (con il suo avvocato). Di norma, infatti, tutti i denuncianti avrebbero dovuto essere stati convocati a Verona per il processo, in qualità di "parti offese" e con la possibilità di costituirsi "parti civili": ma ciò stranamente non è stato fatto... e ciò ha, di fatto, "agevolato" indubitabilmente Adel Smith, il quale si è trovato di fronte meno legali di "parte civile".

 Il processo ora è stato "canalizzato" sul binario della Corte Costituzionale, dal momento che il Giudice ha accolto l’istanza del difensore di Smith e del Pubblico Ministero riguardo ad una presunta "illegittimità" dell’art. 403, per maggior penalizzazione nei confronti delle offese arrecate alla Religione Cattolica.

 In realtà, però, c’era anche il reato di "diffamazione" (la definizione di "delinquenti" a tutti i cattolici del mondo): ma su questo punto nessuno ha proceduto, nonostante l’espressa richiesta presente nella mia "denuncia-querela" ed in quella del Dott. Muscio.

 Così Adel Smith non ha subìto - per ora - nessuna condanna e l’art. 403, che punisce le offese contro la Religione Cattolica, è ora il vero "processato" dalla Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sull’incostituzionalità della norma in oggetto.

Il Dott. Arrigo Muscio era uno dei "denuncianti" che doveva essere convocato come me (ma ciò non era avvenuto), e la sua imprevista presenza ha fatto mettere in luce le "contraddizioni" del processo. Nella circostanza, con il suo Avvocato, Muscio aveva anche richiesto di "costituirsi parte civile", per richiedere "i danni materiali e morali" per essere stato definito (io, lui e tutti noi cattolici) "dei delinquenti". Ma la sua richiesta è stata rifiutata, contro ogni logica "legale". 

 C’è da evidenziare ancora che l’avvocato difensore di Adel Smith ha affermato di essere "un cattolico"... Si può qui affermare che siamo, in realtà, davvero nel tempo che il Papa Giovanni Paolo II chiaramente e più volte ha definito di "apostasia silenziosa" (cfr. Es. Apost. "Ecclesia in Europa") , ove proprio coloro che si definiscono "cattolici", e quindi dovrebbero agire in difesa dei simboli della Religione Cattolica, difendono invece con determinazione quanti offendono Nostro Signore, contribuendo, indirettamente, a "crocifiggere" davvero ancora Gesù, come 2000 anni fa.

 Giustamente Arrigo Muscio, abbandonando l’aula per protesta per l’assenza del Crocifisso, presente invece nelle altre aule in base ad una disposizione del Ministero, ha detto che proprio quel simbolo è l’emblema di un "giudizio ingiusto" patito da un innocente e monito per tutti i "giudizi ingiusti" della storia.

"Me ne vado - ha detto Muscio - ricordando tuttavia anche il monito del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, primo magistrato italiano, in qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha difeso in più di un’occasione il valore del crocifisso".

Tornano qui davvero opportune le Parole ammonitrici della Sacra Scrittura: "Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo processo" (Es.23,6). E anche Gesù disse con severità: "Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!» (Gv.7,24).

 Rivolgendosi ai "potenti" la Parola di Dio, nel libro della Sapienza, "avverte": "La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall’Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi; poiché, pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente, né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi poiché un giudizio severo si compie contro coloro che stanno in alto. L’inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati con rigore. Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno, non ha soggezione della grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e si cura ugualmente di tutti. Ma sui potenti sovrasta un’indagine rigorosa" (Sap. 6,3-8).

 Ma il Signore, con la sua Parola Divina, conforta tutti noi, "credenti" in Lui, perché: "Il Signore Dio ci vede dall’alto e in tutta verità ci dá conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi" (2^Mac.7,6).

Infatti sta scritto: "Il Signore sta assiso in eterno; erige per il giudizio il suo trono: giudicherà il mondo con giustizia, con rettitudine deciderà le cause dei popoli. Il Signore sarà un riparo per l’oppresso, in tempo di angoscia un rifugio sicuro. Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché non abbandoni chi ti cerca, Signore" (Salmo 9,8-11).

 

Resoconto del Prof. A.Muscio in ordine all’udienza del processo contro ADEL SMITH.

<<In data odierna, come preannunciato, si è svolta presso il Tribunale di Verona l’udienza per il processo contro Adel Smith.

1) Al sottoscritto, sia in qualità di scrittore cattolico sia nella veste di Presidente dell’Associazione Genitori Cattolici, non è stata consentita da parte del giudice la costituzione di parte civile.

2) Non è stato inserito, nel momento in cui scrivo, anche il capo di imputazione per diffamazione relativo alla frase "La Chiesa cattolica è un’associazione a delinquere" pronunciata da Adel Smith, come indicato nella mia denuncia-querela (che riporto alla fine del comunicato).

3) Nell’aula in cui si è tenuta l’udienza non era presente il Crocifisso, diversamente da altre aule d’udienza del medesimo tribunale.

Notata l’assenza del Crocifisso (simbolo condiviso anche da quanti riconoscono in Gesù soltanto Colui che ha dato la Sua vita per amore del genere umano; emblema di chi ha patito un ingiusto processo e monito affinché non si ripeta nei tribunali del mondo tale ignominia; personificazione di perfetta giustizia e di infinita misericordia) ho dichiarato al mio legale di Verona ed ai giornalisti presenti che me ne sarei andato dall’aula. Sollecitato dal mio legale affinché rimanessi per questioni procedurali fino alla pronuncia del giudice sull’ammissibilità di parte civile, mi sono allontanato subito dopo.

Lascio a quanti mi leggono (espressione di volontà popolare) il compito di giudicare.

Cordiali saluti.

Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio>>

 

Copia della denuncia-querela presentata da ARRIGO MUSCIO, GIORGIO NICOLINI ed altri.

<<AL SIGNOR PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI VERONA

DENUNCIA-QUERELA

Io sottoscritto Dott. ARRIGO MUSCIO ........................... e residente .................... presento una denuncia-querela contro Adel Smith (presidente dell’Unione Musulmani d’Italia) per offese alla religione cattolica ai sensi dell’art. 403 C.P. e per diffamazione ai sensi dell’art. 595 C.P., alla luce quest’ultimo della sentenza della Suprema Corte "Le persone giuridiche e gli enti collettivi possono assumere la qualità di soggetti passivi dei delitti contro l’onore e non è preclusa la configurabilità di una concorrente offesa all’onore o alla reputazione delle singole persone che dell’ente fanno parte..." (Cass. Pen. Sez. V, 22 marzo 1988, n. 3756).

Ho letto sul quotidiano "Libero", in data 15 novembre 2002 (vedere copia allegata), un articolo intitolato "Insulti islamici in televisione, Verona insorge - Bufera per le parole del fondatore del "partito di Allah": - La Chiesa è un’associazione a delinquere -". Questa frase è stata più volte ripetuta pubblicamente durante una trasmissione a "Telenuovo" (emittente locale veronese) da Adel Smith, presidente dell’Unione Mussulmani italiani.

Questa frase è gravemente offensiva:

a) non solo del "Corpo Mistico di Cristo" (la Chiesa viene infatti considerata il Corpo Mistico di Gesù);

b) per le migliaia di santi, di martiri, di missionari e di quanti si prodigano per il benessere spirituale e fisico del prossimo mediante l’assistenza medica, scolastica, sociale, spirituale (membri della Chiesa considerata "un’associazione a delinquere" da Adel Smith);

c) per tutte le gerarchie che la compongono;

d) per tutti gli onesti cittadini cattolici sparsi nel mondo che vi appartengono, i quali non compongono di certo un’associazione a delinquere;

e) anche per il Papa stesso che è il Vicario di Cristo.

Ciò premesso, in qualità di cittadino cattolico, chiedo a codesta Autorità Giudiziaria di perseguire penalmente Adel Smith per le sue gravissime affermazioni alla luce degli art. 403, 404 e 406 e 595 del C.P. e/o di altre norme non citate.

Chiedo d’essere avvisato ai sensi dell’art. 408 C.P.P. nell’eventuale ipotesi di richiesta di archiviazione.

Distinti saluti.

Dott. Arrigo Muscio Brescia, 17 novembre 2002>>.

 

Prof.Giorgio Nicolini

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