Scioperi...
di Mariano Marchese  ( marianomarchese1@gmail.com )

22 gennaio 2004

L'Italia non vive uno dei momenti migliori della sua lunga storia dal mondo della scuola a quello dei trasporti si scende in piazza per protestare; probabilmente è vero che molti conti non tornano, ma è altresì vero che, considerati i molteplici disagi che tali atteggiamenti stanno comportando alle varie utenze, si sta abusando dello strumento dello sciopero. Qualsiasi mezzo, quando lecito, se viene utilizzato in maniera corretta risulta essere efficace, in caso contrario, non porta ai risultati sperati. Insomma è giusto scioperare ed è anche garantito dall'art 40 della nostra Costituzione, ma non è altrettanto giusto quello che stiamo vedendo e vivendo in questi giorni. Abbiamo appena citato l'art. 40 della Costituzione che tutela il diritto di sciopero e vorremmo esporvi il contenuto, in grandi linee, per capirne, insieme, l'essenza. Come prima cosa si pone in evidenza il passaggio essenziale, e cioè che tale disposto costituzionale "riconosce il diritto di sciopero consentendone l'esercizio nell'ambito delle leggi che lo regolano" e, prendendo in considerazione quello che sta succedendo nel mondo dei trasporti, valutiamo insieme se, alla luce delle leggi che disciplinano questa materia, il comportamento dei lavoratori stia seguendo la linea della correttezza o meno. A tal proposito, stando al combinato disposto delle leggi 146... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


...del 1990, 127 del 1997 art 17 commi 12 e 13, 83 del 2000, ovvero le norme che garantiscono il funzionamento del servizio pubblico essenziale proprio in occasione di scioperi proclamati dai lavoratori ad essi addetti, l’esercizio del diritto di sciopero è consentito solo alle seguenti condizioni: a) adozione delle misure dirette a consentire l’erogazione delle prestazioni indispensabili per garantire le finalità che la legge stessa si prefigge; b) preavviso minimo non inferiore a dieci giorni; c) indicazione preventiva della durata delle singole astensioni dal lavoro. A questo punto, siamo in grado di verificare da soli, quanto gli scioperi selvaggi di questi giorni abbiano varcato il confine del lecito, per collocarsi in quello dell’illecito ponendo, così, i lavoratori scioperanti, dalla ragione al torto; tutto questo alla luce degli innumerevoli disagi che questa indisciplina sta provocando a noi utenti, costretti non solo a dover vivere uno stato di disagio, per problematiche che non affiggono solo chi sciopera, ma, anche, le difficoltà a cui i suddetti ci espongono per i disservizi che incidono sul normale svolgimento della nostra vita quotidiana...vi sembra corretto? Vi sembra giusto? A voi l’ardua riflessione con relativa sentenza. Passiamo ora a valutare, sempre insieme, gli strumenti a cui, la pubblica autorità, può ricorrere, per limitare il concreto pericolo di pregiudizi, gravi ed immediati, ai diritti della persona, cioè noi, costituzionalmente garantiti, e derivanti dal mancato funzionamento dei servizi di preminente interesse generale, causato dalle modalità di astensione collettiva dal lavoro; in questo caso lo strumento risulta essere uno solo, la precettazione, di cui, spesso sentiamo parlare ma, del quale non riusciamo a cogliere gli effetti. Ma cos’è la precettazione? È un atto amministrativo mediante il quale, l’autorità pubblica, interviene autoritativamente per attenuare le conseguenze negative di eventuali astensioni collettive dal lavoro che colpiscano servizi pubblici essenziali; questo deve essere attuato solo quando è impossibile la conciliazione delle parti. Ora vi chiediamo, alla luce di quanto stiamo vedendo, alla luce, cioè, di un totale menefreghismo nei confronti della precettazione da parte di chi sciopera, se non sarebbe il caso di scendere in piazza e scioperare, a nostra volta, per chiedere, lecitamente, il rispetto di questo atto amministrativo che dovrebbe garantirci l’erogazione dei servizi essenziali; quegli stessi servizi che, invece, non ci vengono garantiti proprio perché in piazza c’è già chi sciopera in maniera selvaggia a tutela dei propri interessi infischiandosene, così, delle nostre esigenze! Che ciascuno dia la propria risposta..

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