C’è menzogna e menzogna!
di Francesca Ferrari  (  )

6 settembre 2003

Gli indizi dell'inganno, nella comunicazione corporea.


"La vita è un paradiso di bugie..." dice una vecchia canzone del 1956. E, forse, è vero! Bugie si dicono tra amici, tra alunni e professori, genitori e figli, marito e moglie, venditore e acquirente. Possono essere innocue, crudeli o altruistiche; comunque, sta di fatto che non si possono comprendere i rapporti sociali esulando da esse. Le bugie risultano utili per ingannare, per tradire, per non essere scoperti, per difendersi, per vantarsi, per acquistare libertà, per una sfida o per un gioco e, non ultimo, si possono usare anche come ancora di salvataggio della buona educazione. Da un’indagine pubblicata sulla rivista "Riza Psicosomatica" del luglio 1997 emerge brillantemente che gli italiani sono un popolo di bugiardi: mentono le donne, che utilizzano la bugia, per lo più, in campo sentimentale; mentono gli uomini, soprattutto in campo professionale.

Ma perché le persone mentono?

Cominciamo col dire che il termine "menzogna, di solito, piace poco a colui che ne fa uso, questo perché, difficilmente, si accetta la realtà di essere bugiardi non solo davanti agli altri ma, forse, soprattutto, davanti a se stessi; e così solo per fare un esempio, per i politici la "menzogna" si trasforma immediatamente in "pratica necessaria" per l’esercizio delle loro funzioni; per gli adolescenti acquista subito i connotati della "paura di non essere capiti". In altri termini, mentre da un lato pietosi eufemismi prendono il posto della parola "menzogna" o "bugia", dall’altro si esercita sugli altri e su se stessi una costante opera di persuasione per fare entrare la menzogna nella sfera della necessità.

Molte persone, poi, non sono veritiere, però nemmeno bugiarde. Il matto che dichiara di essere Napoleone Bonaparte è sostanzialmente convinto di ciò che dice.

Due sono i modi principali in cui si può mentire: dissimulare e falsificare. Chi dissimula non dice nulla di falso, si limita solo a nascondere determinate informazioni. Chi falsifica, non solo tace l’informazione vera, ma addirittura arriva a spacciare per vera una informazione falsa. La maggior parte delle persone non si sognerebbe mai di considerare la dissimulazione una menzogna, riservando tale termine solo all’atto più spudorato della falsificazione.

Nella dissimulazione viene solo taciuta un’informazione e, comunque, se essa viene taciuta consapevolmente ed intenzionalmente, costituisce sempre una bugia. I ragazzi, molto più onesti degli adulti, riconoscono che tenere nascosta la verità è una forma di menzogna.

Potendo scegliere tra dissimulazione e falsificazione, di solito si preferisce la prima, anche perché nascondere qualcosa riesce più facile che dire il falso, rischiando di essere scoperti. Inoltre la dissimulazione appare meno deplorevole. Dire il falso per nascondere la verità diventa, invece, necessario quando entrano in gioco le emozioni.

E’ difficile, infatti, nascondere un’emozione, soprattutto se intensa, nonostante tutti gli sforzi, perché è probabile che si lasci trapelare qualche segno. Fingendo un’emozione diversa si può riuscire a mascherare quella autentica. Alcune emozioni sono difficilissime da nascondere, per esempio il panico: le mani cominciano a tremare, le sopracciglia e le palpebre superiori si sollevano, il viso è increspato da movimenti, le labbra sono stirate.

Come nascondere tali espressioni?

Soltanto mettendosi una maschera!

Quella usata più spesso è il sorriso, molto adatto a nascondere emozioni negative come paura, dolore, rabbia ecc. Inoltre sorridere è l’espressione più facile da assumere volontariamente. Esiste un sorriso sociale adatto a nascondere emozioni che si provano e ad esternarne altre che non si provano ma che, purtroppo, bisogna mostrare. A volte un sorriso non sentito può risultare troppo affrettato, inopportuno, non pertinente a ciò che si dice. Comunque, il sorriso come maschera è facile da eseguire. Più complicato, invece, simulare emozioni negative come il dolore e la paura poiché alla maggior parte delle persone riesce difficile attivare volontariamente i muscoli necessari.

Oltre alla dissimulazione ed alla falsificazione esistono altri modi per mentire: anziché nascondere un sentimento lo si ammette, mentendo esclusivamente sulle cause di esso. In altri termini, mentire dicendo il vero; esagerare la verità usando un tono di voce ironico. Altre tecniche sono quelle della dissimulazione a metà (cioè del dire la verità solo in parte) o della risposta evasiva. Tutti questi tipi di menzogna possono comunque venire smascherati da qualche comportamento particolare.

I gesti tipici che consentono di smascherare il bugiardo, secondo gli esperti della rivista "Riza Psicosomatica", prima citata, sono: sorridere in modo asimmetrico senza muovere i muscoli del viso; toccarsi il lobo dell’orecchio o il naso in segno di disagio; lisciarsi i capelli all’indietro; coprirsi la bocca con le mani; muovere una gamba oppure tenere gambe e braccia incrociate; stare seduti sul bordo della sedia.

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