Pensieri
degli anni difficili
Chissà
mai perché sono attratta da questo burattino!
La
storia, la favola mi piace molto e da sempre, fin da quando ero
piccola. Una faccia simpatica e birichina. Buono ma …
bugiardo.
Forse
per questo?
Non
riesco bene a raccontare le frottole, sono di memoria corta, finirei
per dimenticare la bugia e trovarmi in un mare di guai. Già …
mi è successo una volta e mi sono ripromessa di non farlo mai
più.
Ma
… difficile mantenere questa promessa, sono convinta che una
bugia al momento giusto è preferibile ad una verità in
quello sbagliato. Eppure la sincerità spesso mi tradisce e,
nello stesso modo, mi ritrovo nei guai.
L’essere
umano è curioso. Preferisce vivere nell’inganno invece
che nella realtà. Pur di non soffrire, elaborare, superare e
andare avanti.
Anche
questo significa crescere.
Ho
una età in cui posso giocare agli indiani facendo tutto il
chiasso che voglio e senza che nessuno possa lamentarsi.
Posso
manifestare tutto il mio ritrovato interesse, il nuovo stupore per
ogni più piccola scoperta, per ogni traguardo raggiunto.
Quando
non te ne accorgi e ci sei già dentro.
Come
sono diventata?
Provo
a cercarmi, a cercare il vento nei capelli, quello che mi
accompagnava nelle mie lunghe pattinate nella piazza più
amata. Sola, la brezza in me, le ali ai piedi. Provo a sollevarmi da
terra e un sorriso mi si dipinge sul volto. Da bambina.
Anch’io
la vedo e la porto con me. Per sempre.
Piena,
mi sento piena da esplodere. È vero, che alla fine dopo tanto
elaborare, dopo le curve di rabbia, amarezza e dolore, quello che
resta in me è solo amore. Non potrebbe essere altrimenti. Così
siamo cresciute, a fare attenzione alle esigenze degli altri e curare
noi stesse. Questo si chiama rispetto.
Una
smorfia di dispiacere quando penso a quello che ho perduto. Non ho
prestato abbastanza, tutto è successo in una fase della vita
in cui mi sono ricordata che avevo del dolore dentro, che andava
vissuto e non dimenticato. Andava affrontato prima che si richiudesse
in una scatola di ferro sistemata all’interno della mia anima e
che mi avrebbe impedito di …
…
di diventare una indiana
in questo sabato di dicembre pieno di scoppiettante Natale, di colori
accesi e voglia di mostrare. Per crescere ancora di più,
insieme.
Eppure
…
Sempre
meno parole, sempre più ad osservare. Ho deciso di fidarmi,
evitando di fare del male, se possibile. E anche se a volte non ci
riesco, mi perdono e, dopo, vado avanti.
No,
era serata da rimanere a casa quella, senza dover interagire. Troppi
sarebbero stati gli occhi da incontrare, da spiegare, da augurare. E
andare avanti. Ma … qualcosa da dentro mi suggeriva di non
forzarmi. Una pausa. Prima di tutto. E così mi sono ritrovata
ad ascoltare la voce di dentro, alimentata dalle sollecitazioni che
arrivavano da fuori. Come avviene in ogni anno, in questo periodo.
La
vita in ogni giorno si arricchisce di nuove emozioni, conservo alcune
cose, altre provo solo ad ascoltarle anche quando fanno male. Forse
ora capisco che ancor più importante della trasformazione è
il concetto della valorizzazione.
Mille
i dubbi, ma pochi i segreti dell’anima. Chissà se questa
è la volta buona!
Li
vedo, uscire in debole fila, mano nella mano. Ma dove andranno mai?
Tanti piccoli Pinocchietti rossi, carichi di buoni sentimenti. Vero,
non da riempire, da sollecitare semmai. E vengono fuori le cose
migliori.
Le
cose migliori.
Questo
anno difficile. Sempre più consapevolezza di me stessa,
sempre meno bisogno della non verità. Sempre più
bisogno di attingere all’ingenuità, sempre più
voglia di tornare a giocare sui tappeti, osservando e donando la
parte migliore, quella che vive di grande amore.
Voglio
contribuire anch’io, in una maniera diversa. Voglio aiutare a
crescere. Se è necessario anche insieme a Pinocchio, che ormai
è parte di me.
Ritorno
dalla mia finestra.
Un
pianto disperato, abbondante ma non liberatorio. Non era questo il
senso.
Le
cose migliori della vita. È inutile girarci intorno, arrivano
da là, siamo noi a doverle cogliere ed accogliere. È un
compito importante che abbiamo deciso di assolvere quando abbiamo
scelto di diventare grandi.
Alla
mia Pinocchietta preferita, che mi riempie di gioia
Buon
Natale a tutti
Fernanda
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