Pensieri
degli anni difficili
Nel
caldo pomeriggio dell’estate, il rumore fresco della vitalità,
riprendo con me il tenero sapore del silenzio.
Scrivo,
accompagnata dal piacere delle parole che scivolano accanto, dense,
piene di significati anche se leggere.
Mi
guardo intorno e penso che se il tutto assumesse un significato
diverso, l’impercettibile ticchettio della presenza “lontano”
potrebbe andare, invece che qua, accanto.
Provo
a ripensare al piacere del silenzio nei boschi, al verde sistemato ai
lati della strada, alle notti di chiarore di luna sul mare.
Quando
ripartirò?
Uno
stato d’animo incessante non riesce a liberare i miei pensieri
dal fastidio; so bene, però, che piano piano la mente
naturalmente troverà la soluzione e il tutto ritornerà
a splendere dentro di me.
Accarezzata
dalla tenue luce del giorno che volge alla sera, provo sempre la
stessa emozione, quando, dall’alto dei ricordi lascio, senza
trattenere, ogni lacrima scivolare sul viso. E provo sollievo,
accompagnato dal piacere del benessere.
Io
da grande voglio fare il girasole!
In
silenzio, fra uno sguardo abbassato, un volto rivolto altrove, mi
sento un po’ fuori da questa estate strana che non voglio
vivere in alcun modo.
Eppure
…
Arriva
a me l’odore della terra bagnata dopo tanto caldo. Come ogni
volta, mi emoziono; sul viso sento la freschezza delle lacrime mute
che, da troppo ormai, reclamano parole.
Potrebbe
essere arrivato il momento di riprendere fra le mani la penna
dell’anima, dipingendo, fra le righe, le parole del sentimento.
Rimane
comunque il mio tempo, che sovrasta sul profumo di questo silenzio
quasi irreale, nel mattino presto di una tersa giornata di agosto.
Una
fitta di dolore già più volte conosciuta. La provo
sulla pelle senza nulla poter fare per ostacolare tutto quello che ne
consegue.
Che
peccato! Nemmeno una scia luminosa questo anno, chissà se
ancora riesco a catturarne qualcuna nel silenzio ingombrante di
questa notte che avanza.
Poche
righe. Molti sospiri affannati in poche righe isolate le une dalle
altre. E, anche se cerco con tutta l’anima il sottile filo che
le lega, poco o niente riesco a fare e mi ritrovo costretta a
saltarle senza poterle ancora una volta rileggere.
Il
tutto a fatica. Molto è stato fatto, rivivo le stesse
tensioni, le stesse ansie e come sempre ne prendo consapevolezza di
paura. Ma … qualcosa, impercettibile al respiro, di diverso,
si sente.
Silenzio.
Fra
il rumore dell’acqua, schizzi nel verde, cinguettio nell’aria
tersa.
Ancora
una volta la forza della Natura sospinge.
Riflessioni.
Vorrei
poter staccare anche solo per un istante il corpo dalla mente,
respirare senza dover trattenere e spiccare finalmente il volo
oltrepassando il limite che mi trattiene.
Questa
sera … la linea immaginaria si vestirà di arancio. L’ho
aspettato tanto, tutti i giorni di questa insolita estate.
Mi
preparo ad attenderlo per poi ricominciare.
Fernanda
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