Pensieri
degli anni difficili
Il
momento della tristezza. Anche questo è importante per poter
meglio apprezzare l’altra faccia ossia la gioia. Grande
insegnamento dalla visione di uno dei film più significativi
degli ultimi tempi.
Arriva
inaspettata e apre un varco di luce pieno di colore. Luminosa a
riscaldare, nonostante la pesantezza del grigiore si deposita
violentemente su ogni tentativo di sollievo.
A
me ritornano le righe preziose di un libro riletto e compreso. Quasi
come se il mondo fosse concorde nell’avere ascoltato e invitato
a rileggere.
E
mi chiudo nel silenzio.
La
vitalità dietro il non celato malessere. Tornerà?
Qualcuno
di noi.
Veramente
poco tempo fa si chiacchierava piacevolmente di bilanci e previsioni.
Il presente ed il futuro, sempre insieme, non è possibile si
separino, l’uno carburante per il secondo.
Ritornano
le solite vecchie paure, eppure forse necessarie, aiutano nel momento
di peggiore difficoltà.
Guerriero.
A combattere i dolori della vita, le ingiustizie, la paura di
sprofondare, la capacità di saper cogliere il momento, quello
buono.
Un
insolito silenzio in queste ultime ore, condite di amarezza e di
rinascita.
Un
pensiero ad una immagine dell’estate: mare calmo al tramonto,
luce arancio sull’azzurro che volge al blu della notte. Il
rumore delle ali dei gabbiani, il solletico delle onde.
Piano,
piano.
Mi
metto di lato, lascio andare e la paura del non riuscire “più
a descrivere” svanisce all’improvviso.
Anche
questo nella vita, anche questo.
Un
sorriso da un debole richiamo. Radioso, innocente, risplende
all’improvviso, accendendo mille speranze. E si riprende vita.
E riprende vita. Sospesa oppure molto vissuta?
Comincio
a distillare i miei pensieri, è forse arrivato il momento di
dare voce, di riprendere a scoprire l’azzurro dietro le nuvole,
anche da quaggiù.
E
se il calore è ancora molto lontano, vale la pena rischiarare
senza avere più alcun timore. La verità, anche se, come
dice Sonia, va servita sempre su di un piatto d’argento, non
può mai fare male.
Una
luce all’improvviso si accende su qualcosa che connette al
mondo esterno. Inaspettato arriva il musino un po’ imbronciato
del candore dell’infanzia. Un sorriso illumina il mio volto, i
miei tratti si distendono, ogni tensione si allenta e torna la
serenità.
Da
dove l’essere umano trae l’energia per viaggiare fra i
percorsi della vita?
Anche
da questo, soprattutto da questo.
Due
occhioni luminosi densi di vitalità dominano la scena sullo
sfondo di una immagine spontanea, carica di significato.
Dalla
fonte l’energia, la voglia di continuare a camminare.
Immagino
il profumo del candore e vado avanti. Provo a dirlo in ogni modo,
anche e soprattutto a chi mi ha dato questa possibilità e, pur
sapendo quel che ha, non se n’è accorto perché
tutto ingarbugliato nel suo stesso istante di difficoltà.
Come
al solito il futuro speranza per alimentare il presente. Dal passato?
L’insegnamento, da non dimenticare.
Fernanda
Questa
la voglio dedicare al piccolo Gabriele
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