Il
Natale, per definizione è un momento di arrivo di un qualcosa
che, prima, non c’era. Per noi, invece, si tratta di un attimo che ci
ricorda di qualcosa di importante che, prima, riscaldava i nostri
cuori e, or, non c’è più.
Non
è facile affatto convivere col rimorso di aver accompagnato il
proprio bambino nel luogo da cui non è più tornato...
così come non è per nulla agevole respingere i neri
pensieri che ti attanagliano con domande angoscianti del tipo: “Mi
avrà cercato, mentre affondava? Quanto avrà sofferto?”
Sarà
come sarà ma, entrambi, viviamo, ancora oggi con un
interrogativo: “Se
è vero che, il Tempo è una pura convenzione che varia,
al mutare del punto di osservazione, allora come possiamo convincere
Dio, a modificare l’orizzonte degli eventi e scambiare un bimbo (il
suo Natale!) con uno di noi due?” Una
vita per una vita, in fondo...
Certe
persone le perdi insieme alle speranze. Altre le trovi insieme al
coraggio. Qualcuno resta, insieme a ciò che conta.
Partendo
dal principio che la vita sia una roulette, allora il numero che
abbiamo giocato (a nostra insaputa) è uscito dalla parte
sbagliata; eppure, in un modo o nell’altro, se sopravvivi all’evento,
in qualcosa devi pur spendere, quanto resta del tuo giorno.
L’immobilismo
crea, infatti, ulteriore confusione...
Ma
non è semplice trovare la strada nella notte buia, soprattutto
quando non c’è Luna a rischiarare il tuo cuore e non c’è
motivazione a rigenerare la tua anima.
Però,
un po’ alla volta, ti accorgi che, intorno, non c’è solo
“gente di passaggio” ma, al contrario, puoi incrociare
auree occasioni d’incontro, che leniscono il dolore di un bolo troppo
grosso da deglutire.
Tenetevi
stretti ai sogni perchè, se i sogni muoiono, la vita è
un uccello con le ali spezzate che non può volare. Tenetevi
stretti ai sogni perchè quando i sogni se ne vanno la vita è
un campo arido gelato dalla neve (Langston Hughes)
La
Scienza (quella che non capiamo bene) ci dice che, nell’Universo,
nulla si crea e nulla si distrugge ma, tutto, si trasforma. Anche se,
per noi, è difficile immaginare il nostro piccolo Giancarlo,
“disperso” in una nuvola, accompagnandoci alla solitudine
altrui, lo abbiamo scorto nel sorriso di chi, temeva, non ci fosse
più nulla da fare.
E
da dire.
Bene,
il discorso, a questo punto, assume contorni interessanti anche per
chi non si è mai posto il problema di dove possano andare i
ricordi delle persona più care, quando non le puoi più
abbracciare!
Un’idea,
un concetto... un’idea... se potessi “mangiare” un’idea,
avrei fatto la mia rivoluzione...
E
allora, l’ipotesi di un pulpito (sotto forma di
manifesto/gigantografia) da cui Il nostro amato Giancarlo potesse
chiedere alle mamme e ai papà di ricordarsi di noi, la sera di
Natale, ha generato una rivoluzione nelle nostre menti ed ha
invertito il polo dell’assopimento (necessario ad alleggerire la
presenza dell’Albero e del Presepe con l’assenza del “nostro”
Piccolo Gesù).
Come
pronipoti di quei coloni dell’antica Grecia convinti che, dal punto
esatto in cui si esala l’ultimo respiro, si instaura una specie di
“finestra” dell’Anima, ci è sembrato Naturale
verificare la possibilità di ottenere l’affissione dal punto
di osservazione situato in prossimità della Piscina Comunale
di Cosenza da dove, il 2 luglio 2014, si è immerso per
emergere in una dimensione che, a noi umani, è precluso
arrivare!
Detto,
fatto!
Come
da accordi stipulati con l’agenzia di comunicazione, nel mese di
novembre 2015, avremmo
potuto avere la compagnia di Giancarlo (sul grande cartellone di via
Veterani dello Sport, in prossimità dell’ingresso
principale della Piscina Comunale di Campagnano), dal 16 al 31
dicembre con questo bellissimo messaggio (realizzato, in forma
grafica, dalla titolare della medesima agenzia).

AVREMMO,
SI… perchè, pur essendo stata contattata l’agenzia
di pubblicità il 21 novembre e pur avendo commissionato il
lavoro il 25 novembre, nonostante le rassicurazioni fino al
pomeriggio del 14 dicembre (in cui ci si era sentiti per saldare, in
anticipo, il costo dell’operazione), la mattina del 15
dicembre, giunge (dalla titolare dell’agenzia) un messaggio
WhatsApp (di cui si conserva copia) nel quale, quest’ultima, spiega
che l’affissione sarebbe stata bloccata da chi gestisce
l’impianto della piscina, dal momento che ci sarebbe un accordo
(di cui non era mai stata fatta menzione) con questa società,
in base al quale, ciascuno dei due controllerebbe i contenuti
proposti dall’altro, per poter eventualmente, porre il veto.
Quando
finisce, la notte ?
Un
vecchio rabbino domandò, una volta, ai suoi allievi da che
cosa si potesse riconoscere il momento preciso in cui finiva la notte
e cominciava il giorno.
"Forse
da quando si può distinguere con facilità un cane da
una pecora?"
"No",
disse il rabbino.
"Quando
si distingue un albero di datteri da un albero di fichi?".
"No",
ripeté il rabbino.
"Ma
quand’è, allora?", domandarono gli allievi.
Il
rabbino rispose: "E’ quando, guardando il volto di una
persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. Fino a
quel punto, è ancora notte nel tuo cuore".
Orbene,
noi non sappiamo come siano andati, effettivamente, i fatti ma siamo
convinti che, il comportamento di chi (e non sappiamo chi) ha agito
in tal senso, qualifichi la sua anima, il suo cuore e il suo
cervello. Abbiamo atteso che trascorresse il 25 dicembre, prima di
esternare quanto avvenuto, senza propugnare polemiche ma, soltanto,
per evitare di subire andamenti che “altri” decidono per
noi.
La
tentazione di reagire in maniera commisurata all’evento è
stata mitigata dalla convinzione che Giancarlo sarebbe stato
dell’idea che, se si usano le stesse armi dei “cattivi”,
si finisce col diventare come loro.
Nel
primo libro dei Re, si racconta che, all’offerta di Dio a Re
Salomone con cui avrebbe ottenuto tutto ciò che avesse voluto,
la risposta fu: vorrei un cuore capace di saper ascoltare.
Bene...
Restare,
puri, “dentro”. E’
questo il sogno che vogliamo tenere stretto,
perchè solo allora, potremo dire a Giancarlo: “Marichiweu
peni, dieci volte vinceremo, Fratello!”. Perchè
è così, che si saluta la gente della Terra, senza mai
dire Addio.
Perchè,
solo così, nostro figlio potrà essere, sempre, fiero di
noi!
Alessandra
& Mimmo Esposito
Adattamento
testo Giorgio
Marchese
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