Poco
più di tre anni fa, un furgoletto quadrupede è entrato
nella nostra vita installandosi nel giardino del condominio dova ha
sede “Neverland”, a Castrolibero. Un po’ alla volta, con
la sua delicata sensibilità, ha conquistato il cuore di tutti.
Un brutto giorno, però, abbiamo temuto di averlo perso per
sempre e, il buio e il freddo, si sono impadroniti della nostra
coscienza all’idea che, qualcuno, avesse osato “profanare”
la purezza di un essere così innocente... ma, come per
incanto, ci è stata data la possibilità di riprenderci
cura di lui e di accorgerci che, assistendo il più “debole”,
saremmo riusciti a diventare migliori, condividendo quello che,
forse, è il vero senso della vita...
Lui
si chiama Bracco. E ci ha
insegnato che la luce della speranza (quando il tuo cuore si è
“perso”) può riaccendere la fiamma della Fede e
quella dell’Amore. Un grazie affettuoso a Francesco Cosentini che,
con la sua Famiglia è diventato il suo “miglior”
Fratello.
Riflessioni
Se
fossi stato un bambino, mi sarei dovuto chiamare Oliver Twist.
Da piccolo, incolpevole, mi sono ritrovato da solo, a vagare per
ambienti ostili dove ho conosciuto i lati più bui dell’animo
umano.
Quelli
capaci di tatuare la pelle e il cuore.
Non
sempre, però, la verità è come appare: ciò
che sembrava un cappio, si è rivelato essere il “passaggio”
per un principio di accettazione sociale. Attraverso il Canile e il
Microchip, infatti, sono diventato un essere “riconosciuto”.
Non
più un randagio, ma un cane di quartiere, sterilizzato e,
quindi, non più in grado di fare “danni”...
Reimmesso nel territorio, ho imparato che nessuno ti cede quello che
ritiene essere importante.
Nemmeno
quando diventa superfluo.
La
Libertà è, senza dubbio, un valore primario. Ma, quando
ti accorgi di essere una vaso di coccio in mezzo a vasi e mazze di
acciaio, a volte puoi solo decidere il sistema e la tempistica, per
togliere il disturbo. Magari prima possibile.
Eppure,
avrei voluto soltanto un pezzetto di giardino nella cui vegetazione
nascondermi. E, da lì, osservare il Mondo, per capire la
differenza che c’è, se c’è, fra l’Inferno e il Paradiso.
Eppure,
mi sarebbe piaciuto saltellare felice accanto ad una mano affettuosa,
anche a dividere il nulla. Ma con grande sentimento. L’affetto
sincero, infatti, può far vivere di rendita. Famiglia, spesso,
ha il vero significato quando ci vuole qualcuno a guardarti le spalle
e, al tempo stesso, a sorriderti e tranquillizzarti anche quando ti
trovi sul bordo di un precipizio. La serenità consiste nel
sapere che, all’occorrenza, si andrà giù insieme.
Passeggiando,
sotto la pioggia, come un cane nella notte, ho visto uomini lasciarsi
andare, donne pentirsi di scelte che non avrebbero rifatto e bambini
con uno sguardo a metà fra l’ingenuità e la malvagità
come via necessaria alla contestualizzazione che ti evita di sparire
fra i flutti dell’indifferenza.
Gli
sono stato accanto, senza dir nulla.
Non un gesto ma sguardi intensi, per provare a fargli capire che, la
vita, spesso, è una questione di punti di vista e di
osservazione. Dipende da dove ti siedi e cosa decidi di guardare.
Anche
questo, è Amore. Il “mio modo” di condividere ciò
che la solitudine insegna.
Dicono
che la mamma dei cagnolini veglia su di loro proteggendoli a costo
della vita. Io, purtroppo, non ricordo nulla di tutto ciò.
Alcuni sostengono che io sia un giovanotto di appena tre anni altri,
invece, che sia (con i miei 7/8 anni) sul vale del tramonto...
Nessuno
mi ha insegnato a leggere, scrivere e far di conto. Io mi sento l’età
del mio cuore: a volte leggiadro altre, invece, ingrigito da un
angosciante fardello.
So
di non sapere tanto, anche se la vita mi ha insegnato molto... So
solo che, un giorno, ho individuato un cancello che custodiva uno
spazio...
E,
col cuore in gola, ho provato ad entrare.
“Perché
io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato”
(Matteo, 25)
Un
po’ alla volta, ho scoperto che non era più necessario
accumulare quello che, gli umani, chiamano “spazzatura”
ma che, per me, rappresentava una possibilità in più,
di sopravvivenza e, giorno dopo giorno, ho scoperto che il Mondo, in
fondo, non era poi così brutto.
Ho
apprezzato le aurore e i tramonti, il sole e la pioggia che leniva le
mie cicatrici, attendendo gli amici, per dividere quello che, i più,
chiamano coccole ma che, mi permetto di credere, sia il vero senso
della vita: la ricerca dell’altro che ti consente di riconoscere,
come in uno specchio, le carenze da colmare, i vuoti da riempire, le
gioie da donare.
Per
sentirti, finalmente, completo.
Con
la voglia di ricominciare, ogni giorno che il buon Dio degli animali
e della piante ti concede di assaporare.
Finchè,
un giorno, il destino ha presentato, nuovamente, il conto sotto forma
di un Pit bull che mi ha aggredito, lasciandomi esanime. Non saprei
dire se ha prevalso il dolore fisico o quello morale: essere
sopravvissuto ai fortunali e restare colpito da mano fraterna!
La
tentazione di sperare che tutto finisse è stata considerevole
ma, poi, ho concluso che non c’era colpa nell’accaduto: così
come gli schiavi erano costretti a uccidersi fra loro, a lui era
stato insegnato ad aggredire, anche senza un perché. E,
allora, ho “sentito” che avrei dovuto riprendere
la via di quella che avevo cominciato a considerare “Casa”.
Così
come un condannato ingiustamente, cerca di osservare il panorama, nel
momento “supremo”, per catturare più vita
possibile da portare con sé, mi sarebbe piaciuto chiudere gli
occhi con l’immagine di qualcuno che avrebbe pianto per me. Con me.
E
forse, anzi, evidentemente, il mio libro non era giunto all’epilogo.
Tanti cuori solidali hanno palpitato per trasfondermi l’ossigeno che
mi ha aiutato ad essere ancora qui.
Accadono
cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni. E, poi, la
vita ti risponde. (Alessandro Baricco)
E,
un po’ alla volta, sto imparando che è bello, camminare al
guinzaglio se,accanto hai un amico. E poi, chi può dire... chi
conduce e chi segue?
Questo
è il bello della condivisione emotiva.
Buona
Pasqua a tutti quelli che mi (e si) vogliono bene.
Bracco (1 Aprile 2015)
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