Pensieri
degli anni difficili
Quante
volte ho pensato di scriverne un’altra?
Vorrei
poterla disegnare invece che descriverla con le parole, ma, ahimè,
questa è una cosa che non posseggo.
L’importante
è cominciare, anche se, bene so, che nascerà tutta
oggi, quando varcata la soglia della disponibilità, daremo
forma ad un nobile progetto.
Difficile
far “sentire” la propria mano a tutti quelli che
vorresti, non basterebbe una intera vita dedicata ai soli sentimenti.
C’era
una volta …
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piccoli dolcetti. Nel caos frenetico dell’ultimo momento della
città in festa, mi affretto alla ricerca di qualcosa che possa
addolcire il momento dovuto a tutti quelli che vivono nell’innocenza
della loro tenera età. E ne hanno tutto il diritto.
Con
cura scelgo a che siano uguali e senza nessun segno che possa farli
sentire troppo grandi o troppo piccoli. Scelgo applicando il concetto
della neutralità, pensando di fare la cosa giusta.
Una
flebile vocina all’ingresso cattura la mia attenzione, quasi a
riportarmi improvvisamente nella più dolce delle dimensioni,
anche se, ahimè, spesso una delle più maltrattate. Un
piccolo libricino in mano, intravedo immagini colorate di tenue e che
raccontano storie.
Fiabe.
Riguardo
con malinconia negli scaffali della mia infanzia e provo a ricordare
i momenti. Una pagina dopo l’altra, sfioro con le dita i
personaggi, animaletti di bosco fatato, principesse, regine e bambini
sperduti.
Un
pensiero alla strada della Terra.
La
sua voce arriva dritta al cuore, le sue manine infreddolite chiedono
attenzione. Sbircio attraverso le pagine colorate della sua tenera
età.
Ci
ritroviamo nel primo pomeriggio tutti intorno ad un tavolo incantato:
colori, pennelli, palline da decorare, la frenesia del finire in
tempo, l’allegria di creare, la fantasia da sprigionare.
Ma
…
Fra
una chiacchiera, un sorriso, un momento di ansia e di dolore ci
avviamo e nel mentre mi racconto una fiaba.
Vorrei
poterla portare con me, ma lei è sempre lì attaccata
alla certezza delle cose che le appartengono, con il libro aperto a
mostrarlo a chiunque passa di fretta e sembra non avere più un
momento.
Qualcuno
si ferma quasi trattenuto. Mi blocco e da lontano osservo, prestando
ascolto. Una goccia di pioggia scende sul suo viso, quasi fosse una
lacrima calda. Incomincia il racconto.
C’era
una volta una volta stellata, come quella di questa sera, che
sprigiona, nella serenità del suo splendore, tutta la sua
magia. La magia della fiaba. Delle fiabe.
Entriamo
timidamente in una realtà ancora diversa. Poche le voci,
eppure sono tutti lì, riuniti attorno al tavolo della cena.
Qualcuno ci guarda nelle mani sorridendo, la curiosità di
vedere, di avere subito e senza troppe parole.
Bambini.
C’è
chi rimane fermo dopo aver preso quello che cercava, chi si ferma a
giocare attirando e catturando, chi resta seduto forse solo
aspettando un gesto.
Io
… non so cosa succede, le mie emozioni sfuggono a qualsiasi
controllo, mi siedo accanto ad uno di loro, ne chiedo il nome. E mi
lascio aiutare, imparando.
Non
so se siamo riusciti a fare molto o poco, di sicuro attraversando la
terrazza illuminata dal chiarore delle stelle, è nata la
voglia di tornare. Con le fiabe.
Grazie
a Emanuela, Maria Graziella, Alessandra, Giuliana, Lina, Gino,
Rosario, Giorgio.
Buon
Natale anche quest’anno
Fernanda
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