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Un po’ della stessa strada...
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

10 novembre 2013






La vita come un mosaico.


Pensieri degli anni difficili

Mi piace affondare le mani nella terra e prendermi cura di ogni cosa sia in grado di riportarmi, col ricordo, nel passato, per respirarne il profumo. Con cura scelgo le note che rievocano le voci di quel tempo e inizia un piccolo e breve viaggio. Ma quanto intenso! Le ricorrenze non a caso, sistemate a che si possano abbracciare ancora una volta per viverle a pieno, finiscono per riempire la brocca della nostalgia fino a ... traboccare. Un sorriso distende la mia rabbia.

Potrebbe essere arrivato il momento di scrivere una storia: una di quelle che nasce da uno sguardo, da una percezione divenuta certezza, dal desiderio di tendere la mano. Sono affascinata dal rumore del silenzio, come quello che accompagna i primi raggi dell’alba, che accarezza i risvegli e tutti vivono ancora per un po’ avvolti dai sogni della notte. E, nel silenzio amplificato dallo scandire dei battiti del mio cuore, provo a scrivere velocemente sulle pagine bianche.

Attratta dal calore della casa mi giro di colpo e, senza saperlo, scatto una foto su quello che vedo. E che sento. Qualcuno si appresta a sistemare con la dolcezza delle mani, qualcun altro un po’ col timore che non sia tutto pronto al giusto momento si perde nella fretta dei movimenti. Qualcun altro, più piccolo tiene tutti uniti per mano in un abbraccio virtuale che si conserverà per tutta la vita.

Il battito un po’ più forte ... l’emozione.

In due

Una giornata trascorsa allegramente in due, come tante, eppure la foto in bianco e nero, impressa nella mia mente da giorni ormai, porta un non so che come di presagio, di preludio ad un altro salto nella vita.

Gironzoliamo eccitate fra gli odori del passato, che sanno un po’ di chiuso e un po’ di magico e ci lasciamo accompagnare da una intensa sintonia. Fra le trame della vita si scoprono gli intrecci meno probabili: le complicità fanno da collante ai rapporti che non vogliono incastrarsi nella dimensione tempo e prendono il volo, ansiosi di essere vissuti.

Guardo indietro, vedo il già trascorso e improvvisamente mi accorgo di come tutto ad un tratto i giorni sono andati via, avanti senza cancellare vivendo dei respiri del momento, conservando con cura il valore del passato, ma senza riuscire a voler vedere il traguardo in ogni cosa.

Mettiamo mano all’ordine maniacale che ha riposato per anni, consapevoli che nulla tornerà come prima. È ora arrivato il momento di curiosare, rinfrescare tutto quello che potrà poi vivere in un futuro non troppo lontano. Non provo fitte di dolore, al contrario, una malinconia frammista nelle giuste dosi ad un senso di serenità che mi da la possibilità di apprezzare tutto quello che ho avuto e che è rimasto in me.

Fra un giocattolo nascosto e una coltre ricamata mi ritrovo fra le pagine ingiallite di un amore che ha vissuto intensamente. Non posso crederci! È un dono bellissimo arrivato a me non a caso, inviato dall’amore unico, profondo ed incondizionato che solo chi ha dato la vita può trasmettere. E al momento giusto, forse in un’altra fase il dolore della perdita non avrebbe consentito di assaporare ciò che vive in queste righe.

Lo accarezzo fra le mani cercando di sentire cosa torna indietro, mi sciolgo in una intensa emozione che attirandomi dolcemente mi trascina indietro, là dove tutto ha preso inizio. Mi scopro piena di lacrime, di gioia però.

Ascolto la mia stessa voce

La radice del mio amore affonda nei tuoi limiti e nelle tue debolezze. Nel tuo modo di essere quando non si nasconde, quando porta tutto di sé con sé. Sai quando ti amo più? Quando sbagli, quando mi sento ferita e non ti accorgi e non perché godo del piacere di soffrire. Nel momento in cui il tuo sguardo si posa su di me, ti vedo esattamente per quello che sei ed è lì, proprio lì, che il mio amore si esprime più e con tale intensità.

Ti amo più quando parli di te stesso senza guardarmi dentro gli occhi, quando con i tuoi riesco a vedere quel prato sterminato di una lunga e lontana notte calda d’estate, che ha accompagnato gran parte dei desideri della tua vita.

Ti amo più quando con un filo di respiro ci ritroviamo senza doverci dare spiegazioni, quando ti stringi nelle spalle e pensi che comunque sia è stata una gran fortuna. Quando custodisci il segreto dei sogni e lo liberi senza dire che sei stato tu, solo per assaporare il sorriso della gente e per regalare un po’ di allegria.

Ti amo più quando non ti trovo ad attendermi, quando provi e non riesci, quando sussurri il mio nome, quando spalanchi la tua porta e mi lasci entrare.

In questo istante non è la nostalgia ad avere la meglio su di me. Non esiste una nota in disaccordo con la musica che sento, col piacere che provo emozionandomi anche solo ad osservare, a leggere, ad immaginare un gioco fra le stelle che nella fantasia si inseguono passandosi la parte più viva del luccichio, in un propagarsi di vitalità e bellezza, nella trasparenza di un bagliore che fondendosi con l’oscurità della notte assume una tonalità fatata.

Vorrei poter sentire sulla pelle la carezza un po’ severa di mia madre, quando sistemava i miei capelli in due codine strette strette. Vorrei poter sentire il profumo del quartiere, le voci della gente nelle scale, i bambini da raggiungere. Il raggio di sole lentamente arrivava fino a noi costringendoci a rientrare in casa. Bussano alla porta, le due passate. E’ tornato, accaldato e stanchissimo, ma col suo indimenticabile sorriso, che mai mi abbandonerà.

Un sorriso ed una lacrima.

Assaporo riga dopo riga un amore vero partito da lontano, carico di promesse a sfidare senza paure le difficoltà incontrate. Fra di loro, mi proietto così tanto fra di loro che mi vedo ad osservare mentre i due si raccontano dichiarando il loro amore: i progetti ed il futuro. Ecco, ci siamo! Anche noi, il futuro nel passato.

Un po’ della stessa strada

Mi fermo ad ascoltare il battito del mio cuore e con sorpresa mi accorgo che sto solo anticipando un po’ d’ansia, che spaventa, allora mi sforzo di pensare sia solo un’accelerazione dovuta ad una bella emozione che ho vissuto. Ci riesco e mi rilasso. Stanche e inzuppate di sentimenti ci guardiamo dentro gli occhi intensamente consapevoli di aver vissuto un momento che legherà ancora più. Mi piace l’alleanza che si crea nell’alternarsi delle generazioni: nonni, figli, zii, nipoti, si annullano le distanze legate al tempo e si diventa tutto uno. Non abbiamo molto da dirci, ora è il momento di assorbire, poi lentamente tornerà a galla a farsi risentire. È come se finalmente il profondo svelato ha trovato luce ad inondare, voce a difendere la verità. Nasce il desiderio di tornare a sentire la presenza, senza la paura di aver invaso un terreno poco calpestato, restano comunque le tracce per raggiungere e afferrare. Il pensiero ai sogni, all’importanza di non spegnerli, al passato, al presente, al futuro, la fugacità e a volte la futilità della vita, l’amore e la morte, la bellezza della pioggia. Abbiamo percorso un po’ della stessa strada insieme, mano nella mano, accanto. Che fortuna abbiamo avuto!

Mi allontano per un istante da questa casa. Lei è là sulla panchina dei ricordi, sicura di sé, come sempre bellissima nella giovinezza dei suoi anni. Sento il suo sguardo su di me, a rassicurarsi. Arriva dritta una carezza sulla guancia, una carezza donata coi suoi occhi, senza parole, densa e carica di sentimento. Nella quiete che accompagna l’imbrunire, silenzioso ed elegante, arriva lui, porta la stanchezza di una giornata vissuta intensamente di lavoro, fiero e innamorato, ansioso di abbracciare, di riabbracciare. La luce del tramonto scende piano dietro gli alberi e rimane il silenzio della notte che si appresta. Risaliamo allegramente tutti insieme. Bello poter guardare nei ricordi.

Questa sera ti voglio parlare. Prendo il cuore fra le mani, metto da parte le paure e gli ostacoli che impediscono di osare. Mi abbandono a cercare una breccia che mi lasci respirare il profumo del tuo sentimento. Voglio sia dolce e naturale come lo scorrere lento di un ruscello appena nato, come la luce di un tramonto i cui raggi filtrano attraverso i rami degli alberi di un bosco che torna a vivere dopo il gelo dell’inverno. Voglio che tu senta l’armonico movimento della vita che scoppia dentro, orgogliosa di inondare e smaniosa di concedere. Voglio accarezzare le tue mani e il tuo viso, voglio che tu venga a me naturalmente, a braccia aperte ad accarezzare i fogli delle mie giornate. Voglio innamorarmi senza limiti né incertezze. Poterti amare per tutti gli anni che verranno, accompagnarti alla luce che si spegne e seguirti poco dopo.

 

Fernanda

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