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Web e minori: aumentano i pericoli.
di Maria Cipparrone  (  mariellacipparrone@libero.it )

28 marzo 2012



Ma il ruolo del genitore rimane fondamentale.


 

 Lo spunto per ritornare sull’argomento si è avuto a seguito di recenti notizie di altri casi di pedofilia a Reggio Calabria, scoperti dalla Polizia Postale. Il fenomeno, purtroppo è diffuso ma, ogni volta che se ne riparla, scuote le coscienze di tutti, cittadini privati e organi preposti all’ordine pubblico.

Ciononostante, il web è e rimane, uno strumento di cui non si può più fare a meno, poichè soddisfa ogni necessità ed, in moltissimi casi, velocizza il lavoro. Serve a pubblicizzare le attività e le iniziative e riesce a mettere in collegamento un’infinità di persone con una velocità imbattibile.

Naturalmente è usato anche dagli adolescenti e dai minori in generale, anzi soprattutto da loro che sono nati nell’era di internet e che, sia da casa che da scuola, senza neanche bisogno di un pc, ma di un semplice cellulare, si connettono in rete quotidianamente per tenersi aggiornati sulle nuove tendenze, per studiare, effettuare download di file, per scaricare musica e suonerie, ed, anche, per condividere e socializzare in modo semplice ed immediato. In molti casi, i contenuti sulla rete non sono adatti alla loro età, per esempio la ricerca di immagini produce con frequenza immagini pornografiche o violente.

Se da un lato, dunque, muta il modo di utilizzare il Web da parte dei minori, dall’altro crescono i rischi che possono correre i ragazzi che navigano in rete.

Aiutare gli adolescenti a navigare in tutta sicurezza è un compito abbastanza complicato, perché spesso conoscono molte più cose dei genitori in fatto di Internet.

Comunque sia, i genitori devono avere un ruolo attivo nell’uso corretto di Internet da parte dei figli, affinché non siano vittime di malintenzionati che puntano, quando va bene, al furto di dati per estorcere denaro, quando, invece, va male, hanno mire sessuali.

Tutto ciò perché è aumentato il tempo trascorso dai minori in rete e, di conseguenza, i pericoli legati anche ai cosiddetti " Social Network", a causa del "grooming", ossia l’adescamento in rete che è una forma di violenza contro i bambini e adolescenti che navigano sul Web. L’adulto potenzialmente abusante "cura" (dall’inglese "grooms") la potenziale vittima, portandola gradualmente a superare le resistenze emotive attraverso tecniche di manipolazione psicologica. Tale tecnica viene usata anche attraverso i Social Network o Istant Messaging (Messenger) in un primo momento per entrare in contatto con i minori, e successivamente, per conquistarne poco a poco le confidenze e la fiducia necessaria che può portare all’incontro offline.

Naturalmente si tratta di persone molte esperte nel manipolare gli altri a proprio piacimento.

Il genitore deve dunque assistere il minore nella sua navigazione. Usare un filtro famiglia o un sistema di "controllo genitori" (parental control) è necessario. Risulta opportuno anche per gli adulti per evitare di cadere nelle trappole informatiche che mirano al furto di identità o che richiedono credenziali di accesso a conti bancari, attraverso i cosiddetti cavalli di Troia.

Un ulteriore rischio per i bambini è l’assuefazione alle immagini erotiche che li rende meno reattivi di fronte alle proposte di pedofili. Le adolescenti imitano ciò che vedono e vendono proprie fotografie oscene in cambio di ricariche di cellulare o di soldi.

Ma in rete ci sono anche altri pericoli: siti a favore di anoressia e bulimia, pagine razziste, a favore della droga o istruzioni per costruire bombe. Non basta un filtro per garantire la sicurezza, ma è indispensabile il rapporto costante genitori-figli con un dialogo aperto sulle opportunità positive della rete. Per difendersi e difendere anche dall’involontario accesso a pagine dannose, sono possibili due approcci: accettare solo quello che si considera positivo, cercare di bloccare ciò che si considera negativo. Essi richiedono un accesso differenziato dei diversi utenti nel computer di casa o nel portatile del bambino o del ragazzo, naturalmente bisogna evitare che possano rimuovere le protezioni. Per quanto riguarda il primo, il metodo più sicuro è la biblioteca di casa: i genitori scelgono i siti a cui accedere (eventualmente differenziando fra i diversi figli per età), impedendo l’accesso a tutto il resto. È semplice impostarla usando uno dei programmi (anche gratuiti) esistenti. È una soluzione pedagogicamente positiva, adatta soprattutto ai più piccoli, perché costruisce un percorso personalizzato di apprendimento, evitando la dispersione, oltre che i rischi. Con il diffondersi di immagini e video amatoriali che i filtri non riescono a bloccare, la biblioteca di casa è diventata l’unico mezzo di difesa veramente efficace.

Cercare di bloccare ciò che si considera negativo

Usare un filtro, scegliendo tra quelli esistenti, non è difficile ed è poco costoso o gratuito. Si può decidere quello più adatto alla propria situazione e configurarlo opportunamente per impostare ad esempio gli orari di navigazione, le categorie da bloccare, i programmi da non eseguire, ecc.

La tutela dei minori su internet, dunque, può partire dal sistema operativo. Ci sono poi filtri che si possono applicare direttamente al motore di ricerca. Google lo prevede. Si chiama SafeSearch: Bastano pochi tentativi, però, per capire che anche scegliendo l’opzione più restrittiva molto materiale inadatto può comunque superare il filtro e comparire sullo schermo. Risultati migliori si possono raggiungere utilizzando browser appositamente pensati per la navigazione dei bambini, software specifici o programmi anti-malware

Le ultime statistiche dipingono l’Italia come uno dei paesi con più alta incidenza di criminalità informatica, il sesto nella classifica internazionale (la prima è la Cina)

Può essere molto utile, come prevenzione, inoltre, fare in modo che il computer collegato ad Internet si trovi in una zona aperta della casa e non nella stanza dei ragazzi, inoltre prima di consentire ai minori di accedere ad Internet è bene insegnare loro a utilizzarlo in modo sicuro.

I genitori devono dunque stabilire per i loro figli, dopo averne spiegato le motivazioni a fondamento, le seguenti regole :

 

  1. Cosa fare se qualcosa che viene visualizzato li mette a disagio;
  2. Come proteggere dati e informazioni personali (numeri di telefono, indirizzo, scuola frequentata, luogo utilizzato per giocare);
  3. Non devono mai accettare di incontrare di persona gli amici conosciuti online. Spiegando loro che non sempre gli amici sono realmente chi dicono di essere.

 

Se il bambino ed in genere il minore viene molestato quando è collegato ad Internet è possibile bloccare le comunicazioni che provengono dalla persona che invia messaggi servendosi delle opzioni di blocco di cui dispongono molti programmi di posta elettronica e di messaggistica immediata. Inoltre è consigliabile salvare i messaggi di posta elettronica contenenti le molestie e inoltrarli al provider del servizio di posta elettronica.

La maggior parte dei provider istituisce apposite norme di utilizzo che vietano le molestie. I ragazzi possono essere molestati anche quando utilizzano giochi in linea.

Qualora le molestie consistono in commenti pubblicati su un sito Web, bisogna contattare il provider dei servizi Internet e chiedere assistenza nella ricerca del provider che ospita il sito in questione. A questo punto, contattando il provider, bisogna comunicargli i commenti offensivi ed il sito che li pubblica.

E’ sempre bene contattare la polizia in quanto le molestie, qualunque sia il mezzo attraverso il quale si realizzano, si configurano come reato. Competente per questo genere di reati è la polizia postale.

Possiamo concludere dicendo che internet è un luogo virtuale molto utile e ricco di opportunità per tutti, ma, ad una condizione: che si abbiano le idee chiare su ciò che si cerca e si abbia la conoscenza dello strumento che, come la vita reale, può riservare brutte sorprese e pericoli.

La marcata sottovalutazione delle situazioni porta nei minori a fidarsi di chi, artatamente, fingendosi amico, entra nel loro mondo e concede quelle attenzioni che, soprattutto nell’adolescenza, o anche prima, sono ricercate per sentirsi importanti e sicuri.

Ciò che è fondamentale è il tempo e la qualità dello stesso che il genitore trascorre con il proprio figlio, vigilando in modo continuativo e discreto sulla sua crescita, in particolare su quella psicologica, prevedendo e prevenendo difficoltà, esigenze e bisogni.

Solo in questo modo, è possibile scongiurare ogni forma di pericolo, dalla più evidente a quella più velata e nascosta dietro un monitor.

 

Maria Cipparrone

(avvocato e counselor)

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