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Il coraggio di dire di no.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

11 febbraio 2018






Veramente, è stata giocata anche l'ultima carta?


Pensieri degli anni difficili.

 

Mi connetto col momento. L’assurdo mi investe. Pareri contrastanti, un istante i cui è difficile trovare e mantenere l’equilibrio. Le immagini si susseguono, una dopo l’altra, velocemente sullo schermo della realtà che viviamo. Non c’è più spazio per potersi inserire.

Veramente è stata giocata anche l’ultima carta?

È sorprendente come le cose che ci ritroviamo a vivere nella nostra piccola e circoscritta quotidianità si proiettano in quella più estesa che riguarda il mondo intero. Quello che immediatamente ci sta più vicino. E ci avvolge.

Le analogie, i parallelismi tra quello che succede all’interno e all’esterno. Le proiezioni del proprio stato d’animo.

Quattro chiacchiere nel primo mattino. Le solite parole di cordialità, fino a quando...scatta qualcosa che mi impedisce di usare la delicatezza per indicare l’assurdità, viene spontaneo dirla tutta. Così com’è. E senza pentimenti.

Siamo strani!

Pronti ad esaminare con accuratezza le situazioni, a trovarne velocemente i punti che le fanno forti e quelle da fortificare e poi ci perdiamo nelle cose più banali. Che finiscono per essere le più importanti.

Rabbia. Non voglio in nessun modo essere fredda, lucida e razionale. Non mi arrendo ad un sistema che vuole, come sempre, il trionfo di chi la sa lunga, l’arresa di chi è partito sconfitto già dall’inizio e il disagio di chi ha detto di no.

È più facile restare che andare.

I programmi nel corso della vita. Mi convinco sempre più che è difficile progettarli troppo in là nel futuro, anche quando le sicurezze che si possiedono appaiono immovibili. Interviene l’imprevisto all’improvviso, ti costringe a fermarti bruscamente e a rivedere il tutto. Quello che è stato fino ad ora e ad ipotizzare quello che sarà.

Il coraggio di dire di no.

Disgustata, nauseata, completamente estranea all’avvenire degli eventi e con la certezza di volerne restare fuori.

Incomincia un nuovo percorso, fatto di dubbi e di incertezze, accompagnato dalla maturità e dall’esperienza, ma sempre condito di passione.

Basta sempre poco e finisco per perdermi nelle righe di un concetto che, partendo da un’intuizione, si estende e si dirama sconfinando oltre l’ovvio. Stimolando l’attenzione, solleticando la curiosità, il gusto di conoscere di più.

Vorrei fermarmi un solo istante. Vorrei poter accogliere le carezze calde di chi mi spinge a trovare la giusta direzione, di chi mi ha insegnato e da chi ho appreso. Forse una volta accettata la realtà diventa un po’ meno amara e più masticabile. C’è sempre qualcosa che mi sfugge intorno. Quando provo il tentativo di incontrare in un terreno privo di mine, ecco che ripiomba lo spettro della falsità e dell’arroganza. Nel modo meno delicato, a ricordare che, a questo mondo, è veramente difficile avanzare con le proprie forze se si vuole arrivare un po’ più in là. Il compromesso è in agguato dietro l’angolo. Pronto ad usare l’arma del ricatto, senza vergogne. Spudoratamente. E tu rimani così spiazzato che pensi sia impossibile si stia verificando quello che è agli occhi di tutti.

 A riportarmi coi piedi per terra interviene la saggezza del guerriero..., la riflessione di chi, esterno ai fatti, riesce a trasmettere e ad avere la verità, una verità. Anche solo con l’espressione dell’incredulità.

 

Libera, ricomincio a sentirmi libera.

 

 

Fernanda (23 febbraio 2011)

 

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