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Il viso nella pioggia.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

1 maggio 2009






... alzando gli occhi verso il cielo.


 

Pensieri degli anni difficili - 109

Camminava lentamente nella notte, fra il rumore dei suoi passi, nell’intensità dei suoi pensieri, con il viso nella pioggia.

I giorni di riposo danno una mano a mantenere vive le riflessioni, a rinfrescare dalle contaminazioni cui siamo esposti quotidianamente, a purificare l’animo e anche il corpo.

Mi tiro su accompagnata da una struggente malinconia che cerco di aggirare spostando l’attenzione su una parte del mio corpo, nella speranza di trovare nella fisicità del dolore una giustificazione a un qualcosa che mi turba e sfibra. Il colore del cielo anche quest’oggi non aiuta: pur esprimendosi nella tonalità che gli appartiene e per il quale è gradito, non si presenta così ai miei occhi. È come se lo vedessi nero e gonfio di pioggia.

Istantaneamente mi blocco, cerco di incontrare il suo sguardo, sfidando gli ostacoli che si frappongono fra noi. Cambio direzione e provo a tornare sui miei passi. Mi soffermo ad osservare mettendo da parte l’istinto e un moto di tenerezza mi pervade. Non riesco in alcun modo a frenare questo intenso sentimento che ormai vive dentro il mio cuore, che ho provato a combattere difendendomi, nascondendo dietro le tante parole la verità.

Note leggere sposano l’armonia, la poesia inonda le mura che circondano le cose a me più care, non è necessaria la presenza a confermare, si può usare solo il senso e imparare a viverlo.

Spalanco senza alcuna inibizione la porta che dona il mio calore, quello più intimo. Non sono avara nel trasmettere, anzi esprimo al massimo le mie potenzialità di essere umano concedendo il sorriso e godendo del piacere di provare le emozioni più complesse. Ma...

Posso vederlo attraverso i suoi occhi fin nella parte più profonda e riesco ad entrare in armonica empatia col suo dolore.

Mi ribello un solo istante ad un trascorso già vissuto, in fondo ormai tanti anni fa, e ritorno all’interno del suo animo cercando di farmi "sentire". Senza usare la voce, ma inviando, attraverso le rotaie che uniscono le strade e le città di ogni mondo e di ogni anima, una serie di messaggi che vanno dalla comprensione alla solidarietà, alla necessità di comunicare senza alcuna presunzione. Ma con affetto.

Una sola ora può sembrare interminabile se vissuta con amore. Da trattenere e poi gustare quando il freddo della solitudine investe e copre, da portare alla memoria e custodire.

Due parole fra gli sguardi. Un primo raggio si fa strada e si insinua dolcemente fra di noi. Ci raccontiamo fra le righe della vita, quella nostra e di nessun altro, guardandoci nella parte più profonda non mostriamo la paura, nessun timore a confessare quello che non sempre è facile urlare al mondo intero.

Mi fermo un istante e rifletto: siamo noi ma non è vero. In realtà la nostra strada è tracciata dagli affetti di chi ci ha amato senza volere nulla in cambio; l’amore, quello che si dà senza pretendere, per il solo gusto di donare, che solo chi ti ha acceso nella vita può provare.

Sotto il cielo nella pioggia lui cammina lentamente, un abbozzo di sorriso lo riporta un po’ lontano. Forse a quando era bambino e il tutto gli sembrava un po’ scontato, con la mano nella mano ed in tasca un grande affetto che nasceva dal sentirsi più protetto. Chissà adesso cosa sente!

Il pensiero è incessante, nulla può distrarre nella mente, anche il piacere dell’amore pur essendo catturante quasi quasi crea disturbo. Chi lo avrebbe mai creduto!

Mi ritrovo nella strada della notte, all’orizzonte i desideri che diventano le stelle, li sogno e li rincorro e una volta catturati faccio in modo di non perderli. Me li gusto fino in fondo e li respiro.

Mi riporto con la mente in un giorno un poco triste e non troppo lontano. Ci aggiriamo negli spazi grandi e freddi dove vive il mio sentire, la mia voglia, il mio ingegno. E anche la mia parte delicata. Descrivendo con orgoglio quello di cui siamo capaci, spesso il mio sguardo si posa sull’affetto e mi libero in totale spontaneità, senza filtri a volere "condividere". Solo quello, niente più. Si stabilisce un’intesa armonica che ci lega tutti e tre e guida a muoverci quasi stessimo vivendo un’avventura, dentro il buio della sera, nel silenzio degli ambienti. Poi, li lascio con un sorriso che nasce dal profondo del mio cuore. E lì rimane.

Sul ciglio della strada, le macchine sfrecciano ignorando la sua tristezza, sembra vivere un altro istante e un altro mondo. Io lo guardo andare da lontano, poi si ferma alzando gli occhi verso il cielo, ho la sensazione che dalle sue labbra parta un bacio, verso l’alto, a suggellare e ricordare la presenza. Forse è quello che vorrebbe e lo vediamo solo noi.

 

Fernanda

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