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di Maria Cipparrone  (  mariellacipparrone@libero.it )

14 febbraio 2009



Dal progetto anti obesità al decreto salva-consumi, dal rilancio del made in italy alla politica del risparmio.


 

Presentato al policlinico Umberto I di Roma il progetto "Dai peso al peso" che vede coinvolti l’istituto superiore di sanità, la Sio (Società italiana dell’obesità), ed altri importanti centri per la salute in collaborazione con la Coop con lo scopo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza di controllare il proprio peso e prevenire l’obesità, che solo in Italia colpisce 4 milioni di adulti creando la probabile insorgenza di gravi patologie, soprattutto cardiovascolari.

Dal 13 febbraio fino a giugno dunque in oltre 50 Ipercoop d’Italia, oltre a fare la "solita spesa",tutte le persone tra i 18 ed i 75 anni potranno sottoporsi da parte di un équipe di medici ed infermieri a check-up gratuiti: misurazione della pressione arteriosa, misurazione del peso e dell’indice di massa corporea.

 Approvato dal Governo il decreto legge "salva-consumi"che prevede aiuti al settore automobilistico( bonus di 1500 euro per chi rottama la vecchia auto) e sgravi fiscali per coloro che acquistano elettrodomestici a basso consumo energetico o stanno ristrutturando casa (sconto del 20% sull’Irpef, fino ad un massimo di 10 mila euro fino al 31 dicembre 2009) con lo scopo di rilanciare l’economia italiana fortemente in crisi e ridurre l’inquinamento atmosferico.

Recenti indagini di mercato hanno denotato il cambio di rotta degli italiani sulla scelta dei propri acquisti. Grande rilancio dei prodotti Made in Italy, dalla moda all’enogastronomia. Scelte dettate più dalla qualità e del valore più che dalle mode del momento.

 Dopo l’avvio positivo dei saldi nelle prime due settimane dell’anno, a partire dalla seconda metà di gennaio si è registrata una marcata recessione su tutto il fronte dei consumi. Lo segnala la Confesercenti che rimarca anche i settori più colpiti, ossia auto, alimentari, tessile e tabacchi.

In realtà sono i consumatori ad aver cambiato comportamento di spesa con risparmi anche del 20%. Ad esempio le schede telefoniche da 5/10 euro vengono privilegiate rispetto a quelle di maggiore importo oppure si acquistano più pacchetti da sigarette da 10 a discapito di quelli da 20.

 Le indagini svolte, negli anni precedenti, da alcune associazioni dei consumatori hanno messo in evidenza, da parte dei negozianti, comportamenti sicuramente non conformi allo spirito di tali vendite.

Controllando, infatti, i prezzi a novembre e, poi, durante il periodo dei saldi, sono emersi: finti saldi, cioè ribassi applicati a prezzi in realtà più alti di quelli originari, oppure prezzi identici rispetto a quelli di novembre, o addirittura prezzi più alti di quelli originari, publicizzati come offerte.

Il legislatore nel 1999 è intervenuto per riformare l’intero settore del commercio, conferendo a Regioni e Comuni ampi poteri in materia di vendite straordinarie, di cui i saldi sono un’espressione.

In virtù di ciò, c’è, innanzitutto da dire che il periodo dei saldi può variare a seconda delle Regioni.

Se si risiede, quindi, in una regione, in cui tali vendite, non sono ancora iniziate, sarebbe utile controllare i prezzi nelle vetrine, in modo da raffrontarli con i prezzi in saldo successivi.

Gli elementi che devono caratterizzare i saldi sono:

  • l’esposizione dei prodotti in saldo, che deve essere chiara e non generare confusione con la merce venduta a prezzo intero;
  • lo sconto che deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che va esposto in ogni caso;
  • l’indicazione del periodo di inizio e fine durata dei saldi che deve essere chiaramente affisso in vetrina;
  • il cambio della merce previsto in caso di difetti non evidenti al momento dell’acquisto che fa sorgere in capo al cliente il diritto alla sostituzione o riparazione o, in caso di difetto molto grave, alla restituzione della somma pagata o ad un ulteriore riduzione del prezzo. I termini per far valere tali diritti sono di 60 giorni dal momento in cui si è scoperto il difetto e fino a 2 anni dall’acquisto;
  • le forme di pagamento della merce in saldo che può avvenire anche attraverso bancomat e/o carta di credito, non c’è, infatti, nessuna norma che lo vieti;
  • i prezzi esposti devono essere quelli praticati. Alla cassa non possono fare uno sconto inferiore rispetto a quello indicato sull’etichetta e/o sugli scaffali e, in caso di due prezzi diversi, è valido quello più evidente. Nell’ipotesi in cui alla cassa il codice a barre dà un prezzo superiore, si ha il diritto ad acquistare il capo al prezzo più basso indicato sull’etichetta;
  • la prova della merce prima dell’acquisto: in relazione a ciò non esiste una norma che vieta al negoziante di far provare gli indumenti, sia in periodi normali che in quelli dei saldi. E’ sempre una scelta del venditore che può privare il consumatore, in caso di diniego, di un elemento molto importante per la determinazione all’acquisto;
  • il controllo accurato della merce da parte del consumatore prima di pagare. Spesso, infatti, c’è un motivo del perché i capi sono rimasti in negozio e proposti in saldo e ciò può dipendere dalla presenza, per esempio, di macchie o imperfezioni;
  • lo stesso prezzo sui medesimi prodotti da parte dei negozi dello stesso circuito, in caso di franchising;
  • i reclami in merito ad eventuali scorrettezze dei commercianti, in tali periodi, possono essere presentati alla Polizia Municipale- Settore Annonario del Comune in cui si trova il negozio.

 

  1. Diffidare dalle promesse di sconti fino all’80% (non sono reali poiché, in questi casi, risulterebbe troppo bassa la percentuale di guadagno del venditore).
  2. Fare attenzione alle liquidazioni fino all’esaurimento della merce: non si tratta di saldi ma, spesso, di prodotti degli anni precedenti rimasti invenduti.
  3. Scegliere, possibilmente, punti vendita di qualità.
  4. Confrontare il costo della merce prima e dopo l’avvio dei saldi, anche se ciò non risulta sempre facile, nel caso in cui non si è conosciuto preventivamente il prezzo originario; tuttavia, nei negozi di qualità, è riportato sull’etichetta sia il costo di partenza sia quello nuovo da saldo.
  5. Verificare che il prodotto che si acquista sia, eventualmente, uguale o simile a quello esposto in vetrina.
  6. Diffidare dalle offerte similari ai prodotti di marca.
  7. Conservare lo scontrino per effettuare eventuali cambi.
  8. Controllare le etichette e le taglie, nonché, nel caso di calzature, i numeri di entrambe le scarpe.
  9. Prendere in considerazione più offerte: meglio perdere quella che a prima vista sembrava un’occasione, anziché accorgersi, poi, di essere stati truffati.

  1. conservare sempre lo scontrino, il negoziante è obbligato a sostituire e/o riparare l’articolo difettoso, nel caso in cui ciò risulti impossibile, può ridurre o restituire il prezzo pagato. Il consumatore in base al D.lgs. n°24 del 2002 deve denunciare "al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto";
  2. le vendite devono essere realmente di fine stagione, la merce posta in vendita sotto la voce "saldo", deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo, e non fondi di magazzino;
  3. diffidate dagli sconti superiori al 50%, nascondono spesso merce non proprio nuova, o prezzi vecchi, falsi;
  4. osservare negozi e vetrine, sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo e il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto "in modo chiaro e ben leggibile" (d.l.g. n. 114/1998);
  5. prova dei capi, non è obbligatoria, è rimessa alla discrezionalità del negoziante;
  6. pagamenti, nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito e/o bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento senza oneri aggiuntivi.

 

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