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Margherita.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

18 febbraio 2013






Perché è così difficile, tornare indietro?


Pensieri degli anni difficili

Nacque nel momento meno aspettato: quando il sole a fatica spuntava dalle cime innevate di un inverno che a difficoltà voleva chiudere le porte, lasciare il passo.

Potrebbe essere arrivata l’ora di parlarne, ad alta voce e senza pentimenti. Ma non è così facile come sembra!

La primavera incalzava scalciando fra le giornate grigie che, nella intensità della luce, trovavano pace. Incuranti.

Un po’ abbandonata a se stessa, forte nelle sue stesse gambe, incominciò il cammino fra le strade e i vicoli della città. Percepiva rapidamente la diversità che la rivestiva. Era come se fosse costretta dai suoi stessi occhi a guardarsi dall’esterno. E più osservava più sentiva lo sguardo dentro la profondità; limpida e pura nei sentimenti, ribelle quando la si costringeva all’interno senza aria e veloce come il vento.

Mano a mano che passavano i giorni, diventando anni, cercava sempre più un modo per mettere le ali ai piedi e assaporare quella libertà che, al pari del volo degli uccelli, la facesse sentire leggera, sempre più. Ma le avversità spesso la costringevano a scendere, ogni qualvolta riusciva a trovare un appiglio cui aggrapparsi per poter vedere le cose della vita da un altro punto di vista.

Ecco, forse la risposta alle domande che assillano, a volte senza filo conduttore che lega le une alle altre, è tutta lì. Un altro angolo di mondo da cui poter rimanere ad osservare senza voler cambiare il corso, ma solo godendo di quello che di buono può venir concesso. E questo non vuol dire doversi accontentare!

Sento di spendere il meglio del mio tempo dedicando una fetta ad ogni cosa possa provocare in me una tale stimolazione che l’energia usata è come se fosse auto-rigenerante ad ogni ciclo. In fondo è ciò che avviene all’interno delle cellule che regolano e provvedono alle funzioni superiori.

Solo due lettere seguite da un accento! Qualcuno che lasciò un segno indelebile nella sua vita, ma ancor di più nel suo cuore, era solito pronunciarle con un sentimento tale che il suono si prolungava in un silenzio che lasciava il tempo per pensare. E solo allora lei si voltava, ad osservare, accogliendo con lo sguardo.

Quando le si chiedeva cosa facesse nella vita, incurante delle reazioni di stupore che suscitava nella gente, rispondeva di guardarsi molto intorno, cercando di cogliere tutti gli aspetti. Poi, dato che questo non le dava da vivere, abbracciava una passione che come tale era pulita da ogni sorta di contaminazione; infine correva, per mantenersi forte nel corpo e ancor più nello spirito.

Bello emozionarsi sulle note di un brano che lascia il tempo e lo spazio per riflettere, fra le parole e l’armonia legate dalla tonalità, fondersi in uno di quei momenti che, ricordato per sempre, farà una bella storia d’amore.

Nella stagione più calda era come se le sue braccia si aprissero al mondo e, trasmettendo il calore del suo sentimento senza filtri, le spalancava, accogliendo e cercando fra la gente gli occhi su cui poter contare.

Inseguendo fra le note preferite quelle di un sax incontrò l’irrequietezza accompagnata dalla calda contraddizione dell’essere umano e se ne innamorò. Perdutamente ed in momento, come ancora oggi accade spesso... Fra le dolci sinfonie dell’amore che lega i contrari e nello stesso tempo li allontana dalla realtà della vita, trascorse forse gli anni più belli, cavalcando le onde altalenanti del sentimento più nobile.

Provava l’amarezza in ogni situazione scivolosa sulla pelle del mondo, difficoltà nella comprensione dei meccanismi che legano gli esseri umani ai comportamenti meno puri, ma che a volte aprono le vie più facili da percorrere, quelle che conducono all’indiscreto raggiungimento degli obiettivi. Le sue difficoltà principali nascevano dall’inadeguatezza, dal non voler accettare la necessità del doversi piegare ad un particolare modo di vivere. E quando lo stato d’animo si ribellava contro se stessa sopraggiungeva il desiderio di rimanere da sola, affacciata alla finestra del suo mondo a guardarsi bene dentro, ancora una volta.

Ecco, il desiderio che si trasforma brutalmente nella realizzazione di un obiettivo!

Perché è così difficile tornare indietro?

Le domande più profonde spesso nascono anche dalle righe buttate lì velocemente, non senza troppo pensarci, ma seguendo il solo istinto e tralasciando il contorno delle cose.

Non si torna indietro, si può andare solo avanti e modificare...

Non so quanto di buono possa esserci nel volersi sentire scossi dai sentimenti più forti, a volte si corre il rischio di non assaporare le piccole cose della vita.

I momenti di tranquillità! Sono sempre preceduti da un istante di tensione che lentamente si scioglie quando, attraversando la strada dei pensieri, ci si ritrova in un’altra dimensione, mai prima visitata e che molto avevi immaginato. Un senso di accoglienza avvolge e pervade, è la fine di un’estate che ha lasciato troppo tempo per pensare, le note imponenti di una forte sinfonia irrompono nell’imbarazzo di un silenzio che ha bisogno di essere solleticato. E inizia il volo...

In quelle sere tristi, quando il suo umore abbracciava la debolezza, si guardava nello specchio e, intravedendo lo sguardo delle persone che amava, nasceva in lei la voglia di parlarne. Piena di lacrime, il respiro oppresso in gola e con la paura di cadere. Trascinata da ogni parte, amareggiata e confusa provava a scartare i sentimenti dalle riflessioni, ma così facendo si arrabbiava con se stessa e si puniva. Allora cercava di ripensare in naturalezza e senza scremature e là riusciva ad aprire finalmente gli occhi sui fatti della vita, con dolore però. Chiusa in un silenzio che imbarazzava anche se stessa intimoriva chi le stava intorno, innalzando un muro di ghiaccio, trasmettendo l’incapacità a voler comunicare qualsiasi emozione. E non riuscendo a modulare questo comportamento diventava fragile. Molto fragile.

Non perdo mai il gusto della vita, anche se spesso risulta difficoltosa. Quando inseguo l’onda dei miei pensieri, pur essendo un’ottima nuotatrice, finisco un po’ per annegare e come accade per tutte le cose che "strafaccio" mi dimentico spesso di prendere il respiro.

Il sentirsi soli è un peso che si porta dentro il cuore, rallenta il battito dopo una lunga corsa che per un po’ ha scacciato l’ansia, ma che dilaga in ogni parte del corpo e lascia il freddo. Mi accade spesso di avvertire questo senso, anche quando la mia casa è densa di affetti e sentimenti, quando sento di voler donare e quando percepisco il piacere dentro gli occhi della gente che mi ama.

E una sera al rientro, nell’intensità dei suoi pensieri, cercando di ricordare il viso del suo amore, girò lo sguardo e lo ritrovò al suo fianco. I tratti si rasserenarono distendendosi senza fare distinzioni nei sentimenti, e, anche se l’istinto fu quello di raggiungerlo per mandargli il suo bacio più bello, fuggì via e lo riperse. Ancora una volta e per sempre.

Un po’ più freddo del solito questa sera...

 

Fernanda

 

 

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