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Guerra, nel nome di Dio !
di Pino Barbarossa  ( isbak@libero.it )

17 maggio 2002

“Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”: sono le 3 di un triste pomeriggio di circa 2000 anni fa; Cristo, inchiodato per invidia dal potere politico-sacerdotale del Sinedrio, consuma gli ultimi istanti del suo pellegrinaggio terreno. Agonizza per le inaudite pene inflittegli, ma, soprattutto, per avere davanti agli occhi la scena della durezza d'intenti cui andranno incontro i suoi seguaci nel corso dei millenni. “Perdonali, perché non sanno”, perché ignorano, perché non vogliono o non possono capire. E' l'apparente fallimento di un uomo che aveva speso tutte le sue energie per far capire al mondo che la visione dell'Antico Testamento andava superata nella rivoluzionaria accettazione del principio dell'Amore sovrano sull'Odio, del perdono come forza e volano per la pace. “Vi è stato detto ma io vi dico...”. Non più “occhio per occhio, dente per dente” bensì “amatevi gli uni gli altri”. Era lo stesso “Dio degli eserciti” a scendere in campo a far capire che mutavano i luoghi comuni della storia, terreno per una civiltà nuova fondata sull'Amore; un Dio che scelse di farsi Verbo quindi Parola per gridare questa Verità. “Padre, perdonali..”: come dire, non hanno capito niente! ...CONTINUA NELLA SEZIONE EDITORIALI

 

"Padre perdonali perché non sanno quello che fanno": sono le 3 di un triste pomeriggio di circa 2000 anni fa; Cristo, inchiodato per invidia dal potere politico-sacerdotale del Sinedrio, consuma gli ultimi istanti del suo pellegrinaggio terreno. Agonizza per le inaudite pene inflittegli, ma, soprattutto, per avere davanti agli occhi la scena della durezza d’intenti cui andranno incontro i suoi seguaci nel corso dei millenni.

"Perdonali, perché non sanno", perché ignorano, perché non vogliono o non possono capire. E’ l’apparente fallimento di un uomo che aveva speso tutte le sue energie per far capire al mondo che la visione dell’Antico Testamento andava superata nella rivoluzionaria accettazione del principio dell’Amore sovrano sull’Odio, del perdono come forza e volàno per la pace. "Vi è stato detto ma io vi dico...". Non più "occhio per occhio, dente per dente" bensì "amatevi gli uni gli altri". Era lo stesso "Dio degli eserciti" a scendere in campo a far capire che mutavano i luoghi comuni della storia, terreno per una civiltà nuova fondata sull’Amore; un Dio che scelse di farsi Verbo quindi Parola per gridare questa Verità.

"Padre, perdonali..": come dire, non hanno capito niente! E mentre il figlio del falegname di Nazareth reclinava il capo, si schiudeva il libro di una storia le cui pagine avrebbero ignorato per millenni il suo messaggio. Nel Nome di Dio i Cristiani evangelizzarono il mondo ma anche inquisirono, devastarono, torturarono, fino ad uccidersi l’un l’altro dopo essersi vergognosamente divisi in tanti rivoli.

Seicentotrentadue anni dopo quella Crocifissione, moriva Mohammad, Maometto, il Profeta dell’Islam! Gli succedettero i "califfi", il primo dei quali fu Abu-Bakr. Ma fu soprattutto con Omar (cui è dedicata la Moschea che sovrasta la Spianata del Tempio a Gerusalemme) che il popolo della mezza luna estese i suoi confini in quasi tutto il mondo. E fu proprio Omar nel 637 d.C. a prendere possesso, nel nome di Allah, di Gerusalemme, della capitale di Israele, di quella stessa terra promessa conquistata dagli Ebrei nel nome di Jahvè.

Oggi la televisione americana ha trasmesso le immagini dei talebani inneggianti alla "Guerra Santa" contro gli Stati Uniti , ma, ad inquietare, era uno striscione seminascosto alle telecamere su cui si leggeva, in inglese, "Cristiani contro Musulmani".

Sta qui il vero pericolo per il mondo; se, infatti, l’Occidente ricco ed opulento legge distrattamente i Testi sacri, in Medio Oriente gli Ebrei Ortodossi ancora circolano per le strade con i filattèri cioè delle strisce di cuoio cui sono appesi frammenti della Scrittura e nei paesi dell’Islam i giovani inneggiano alla guerra santa tenendo in mano il Corano dove si legge : "Combattete per la causa di Dio contro coloro che vi combattono.." (2:256). Il pericolo quindi di una escalation militare è implicita nella cultura degli estremisti. Qui non c’è in gioco il petrolio, ma la stessa identità dei popoli che si richiamano alla Jihad, alla guerra santa appunto. Speriamo che il buon senso limiti la risposta all’inevitabile ritorsione americana ormai imminente e chiamata "Giustizia Infinita", come dire ancora una volta, nel Nome di DIO!!

PINO BARBAROSSA

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