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GIANNI BELLA....
di Stefania Labate  ( stefanialabate@hotmail.it )

12 settembre 2003





...le grandi conferme di una grande promessa!


 

Gianni Bella in questo momento è forse l’autore italiano che vende più dischi...

Gli hanno sempre detto "Sei bravo, scrivi bene", ma lui stava aspettando, e da sempre, i grandi numeri, la grande vendita.

Beh... è finalmente arrivata con gli ultimi album di Celentano per il quale ha scritto molti dei brani di maggiore successo insieme al grande Mogol... Ma non dimentichiamoci che Gianni Bella è anche un cantante, un interprete di successo e noi, approfittando della possibilità di assistere ad un suo concerto, siamo andati ad ascoltarlo ed a parlare con lui.

Gianni arriva guidando da sé la sua auto.... Manca qualche minuto all’inizio del concerto... alle 22:10 si inizia.

Qualche suo brano interpretato dalle vocalist che lo accompagnano e poi via... sul palcoscenico!

Il concerto è piacevolissimo, la gente canta insieme a lui senza fermarsi... è un susseguirsi senza sosta di grandissimi successi come Questo amore non si tocca, No , Io canto e tu, Non si può morire dentro e poi i brani scritti per Celentano come L’emozione non ha voce, L’arcobaleno (che definisce la sua preferita), Per averti, Amami presto, Gelosia...

Come si fa a non seguire sino alla fine un concerto così?

Gianni è allegro, sicuro di sé, accattivante... insomma un artista che lascia il segno... uno dei pilastri della musica leggera italiana e che, finalmente, ha avuto dal suo lavoro le grandi gratificazioni che merita da tempo e a pieno titolo!

Dopo il concerto lo abbiamo incontrato ....

E’ disponibile e sorridente... ed aspetta che io inizi...

Gianni... ma quanti anni di carriera sono?

Ho iniziato nel 1972 scrivendo "Montagne verdi", la prima canzone "seria"... (nel senso che prima mi divertivo soltanto a fare il musicista...) collaborando con Bigazzi e da lì non mi sono più fermato... quindi sono passati più di trent’anni.

Tirando le somme di questa carriera, credi di averla gestita bene?

Io personalmente non credo alla buona gestione di un artista perché l’artista è un istintivo, non può studiare a tavolino una sua carriera... non credo!..non credo al creativo che pianifica la sua attività!...non so se ho pianificato bene o male, io sono andato avanti per istinto e per ciò che sentivo di fare....

..parlavo di scelte....

..le scelte sì, sicuramente! ...perché fanno parte di una tua cultura, una cultura che assorbi e che poi ti porta a scegliere; la mia è senz’altro black, io sono nato con la black-music quindi sicuramente quando era il momento di scegliere io andavo sempre verso la black-music in una versione più.... nel bianco!!!

Il tuo inizio come autore e poi come cantante come è avvenuto?.. perché è vero che ogni artista cerca di venir fuori, ma c’è sempre un input particolare che ti porta a riuscirci...

All’inizio è stato proprio per un’esigenza di sopravvivenza...

Tu lo sai benissimo... Un artista ha la maggiore spinta creativa al momento che si trova veramente col "culo per terra" cioè... quando hai bisogno non solo di economia ma comunque di qualcosa di tangibile per poter fare questo mestiere... quindi anche lo sporco denaro, il lavoro, l’impresario e tutto il resto...

...Insomma la molla fu questa: Marcella (che aveva un contratto con la CGD, con Caterina Caselli ai suoi inizi) aveva già inciso 2 singoli e non era successo nulla, a quel punto lì, noi ci trovavamo a Taneto di Gattatico, vicino Reggio Emilia, che per noi era come essere in esilio!... in mezzo alla neve, in campagna... a quel punto ho detto "Qui bisogna inventare qualcosa!"... e così ho messo a disposizione la mia creatività, ma seriamente!...e ho scritto Montagne Verdi...e da lì anche gli altri mi hanno preso sul serio e la cosa è andata avanti.

...e mi sembra anche abbastanza bene!

A proposito di Marcella.... Quanto è stato importante il rapporto di affetto, lavoro e, suppongo, anche di stima e amicizia con tua sorella?

Molto... molto!...perché Marcella per me è stata uno strumento....poveretta!... ha fatto anche da cavia perché, nel bene o nel male, ho scritto anche dei successi per lei, però c’erano pure le volte che qualcosa non veniva poi così tanto bene e lei, comunque, doveva stare lì e provare... perché a me piace provare... provare il nuovo, nuove soluzioni e mia sorella era quella che ne pagava lo scotto se andava male, o al contrario ne aveva il successo.

Ad un certo punto iniziai io a registrare i pezzi come cantante (nel 1974) e allora capii che la cavia dovevo essere io!... non potevo far rischiare nessun altro se non me stesso... tant’è vero che io cominciai a fare dei passaggi da una cosa all’altra ....allucinanti!!!...che so... Non si può morire dentro e poi il disco dopo Io canto e tu, addirittura cantato in falsetto, strano, con tre accordi in nona...; il direttore artistico (Alfredo Cerutti), quando lo sentì mi disse "Mamma mia!..non fare più cose per musicisti che siamo rovinati!"... e invece il mio istinto, che mi diceva di cambiare, ha avuto ragione perchè la ricerca di nuove soluzioni, alla fine, ti ripaga.

Oggi che c’è un "degrado" dei sentimenti, "partono" i matrimoni come niente...io so che tu hai un matrimonio felice, ben riuscito...

Tua moglie Paola ha avuto un ruolo importante anche nella tua vita di artista?

Sì, certo!... come per tutti gli artisti, per quelli che hanno una famiglia che ha una "ossatura" con una base un po’ più solida anche se devo dire che anch’io ho passato, come tanti, i miei momenti difficili, ma mai così drammatici... Comunque, è importante il ruolo della famiglia perché rimane il tuo unico punto di riferimento visto che noi artisti non abbiamo una vita facile, siamo sempre un po’ soggetti ad essere sballottati a destra e sinistra e, sapere di poter contare su qualcosa di così solido, aiuta molto.

Sono ormai molti anni che collabori con Mogol, scrivete insieme ma, oggi, tu sei anche un punto di riferimento al suo CET.

Vuoi spiegare meglio che cos’è il CET e quale è il tuo ruolo?

Centro Europeo Tuscolano... tuscolano perché è vicino Terni e c’è questo piccolo centro che si chiama Tuscolano.

E’ stato fondato anni fa da Mogol, giocandosi anche parte del patrimonio che aveva accumulato scrivendo canzoni, ed è una scuola a tutti gli effetti con aule, studi di registrazione, docenti, camerieri, cuochi... insomma c’è tutto!

E’ come un college dove si può fare musica in piena libertà e, devo dire, che spesso il discorso che questa struttura porta avanti viene interpretato un po’ male perché molti ragazzi pensano di andare lì e venir fuori con un successo, diventare artisti...Non è così!

E’ una scuola di perfezionamento, di... confronto! Quando noi andiamo lì a fare qualche docenza, non è che siamo "docenti", siamo musicisti che abbiamo accumulato esperienza, cultura, abbiamo ottenuto dei successi e non facciamo altro che ricercare e confrontarci con gli allievi. La cosa più bella che ha creato Mogol in questa scuola è, secondo me, la socializzazione e non solo per quanto concerne l’aspetto musicale; lui impone anche una condotta di vita sana che preveda lo sport, un’alimentazione un po’ più vegetale, il momento di incontro con la partita a calcio, la collaborazione tra gli autori dei testi e quelli che scrivono le musiche...

Insomma... è meraviglioso!... solo che bisogna ancora far capire bene ai ragazzi che la scuola è questa, non ti regala il successo, non ti dà un diploma di artista valido... questo deve essere ben chiaro!...perché poi tutti fanno la stessa domanda "Sì, ma alla fine, chi ha fatto successo in questo CET?" Ma nessuno deve fare successo al CET! Lì può andare un artista che è capace di scrivere una musica o un testo e lo confronta con altri artisti e lo perfeziona; poi si ha la possibilità di conoscere (che non è poco!) artisti già affermati come Mogol, Gino Paoli, Mario Lavezzi, Cocciante, Gianni Bella...e riceverne giudizi e consigli.

In questi ultimi anni, hai avuto un fortissimo rilancio, scrivendo per Celentano che, a sua volta, grazie a te, si è spinto di nuovo in vetta alle classifiche. Sono brani, contrariamente a tutti gli schemi che inseguono le mode, che hanno nella loro semplicità una grande forza compositiva...

Perché credi abbiano avuto questo enorme successo?

Mah... io credo che abbiano avuto un grande successo perché noi del trio (Celentano-Gianni Bella Mogol) non abbiamo fatto altro che seguire esclusivamente il nostro istinto... in maniera semplice, senza artifici... Non siamo andati dietro nessuna moda, ma solo dietro al nostro talento.... è semplice no? Secondo me la grandezza di questo progetto sta nel fatto che questi tre elementi si sono unificati e di solito è difficile che questo avvenga perché... tu puoi mettere 10 fuoriclasse in una squadra a giocare il calcio, ma potrebbero non fare il risultato che magari fa un’altra squadra dove ce ne sono solo 3 che però legano alla grande!

Credo che sia stato veramente un discorso di altissimo livello fatto in team, con più persone... perché, al di là di Celentano, Gianni Bella e Mogol, ci sono altre persone che sono state importanti come, ad esempio, Claudia Mori che è stata quella che ha "legato" un po’ il tutto. Capitava spesso che ad Adriano non piacesse una canzone e lei stava lì ad insistere "No, tu la devi fare!" e questo è successo con L’emozione non ha voce; Adriano disse "Mah... non lo so!" e lei replicò dicendo "Se non registri questa canzone devi passare sul mio cadavere!"

Ma.. dimmi un po’ ... Ci sono tante "leggende" sul brano L’arcobaleno (sempre scritto per Celentano)...

Ci dici come stanno le cose?

Beh, intanto ti dico che è un brano che, stranamente, è nato di getto sia per me che per Mogol (abbiamo impiegato 5 minuti ciascuno per fare rispettivamente la musica e le parole) e Celentano è riuscito a cantarlo solo 2 volte dopo di che, per l’emozione, non è riuscito a farlo ancora per cui ha dovuto scegliere tra una di queste due versioni che poi è diventata il disco. Posso dirti che il testo è un gesto d’amore da parte di Mogol verso Battisti, ma ci sono state delle coincidenze strane...

Dopo aver scritto il brano lo facemmo ascoltare solo a Celentano il quale il giorno immediatamente dopo, al mattino, fu sconvolto abbastanza dal fatto che aveva appena letto su di un giornale un articolo di un giornalista che raccontava di aver sognato Battisti (di cui era un fan scatenato): lo vedeva che camminava sulla spiaggia e si diceva "ma io lo conosco, lo conosco" e nel frattempo notava che non lasciava traccia sulla sabbia; in quel momento gli chiese

-"Ma tu sei Lucio Battisti?"-

e lui-"Sì"-

-"Ma.. come mai non lasci le orme?"-

e lui - "Qui non siamo in un posto che puoi pensare tu, siamo in un posto stupendo ed io da qui riuscirò a comunicare tramite un arcobaleno con la gente con cui purtroppo non sono riuscito a comunicare negli ultimi anni... "-

...perchè lui era dispiaciuto del fatto che non si era concesso al pubblico e non ne capiva bene neanche il perché...

Questa è la versione, scritta come descrizione del suo sogno, da questo giornalista ed è anche il senso del testo de L’arcobaleno.... ma Mogol non aveva mai sentito niente del genere...

Solo questa è la coincidenza vera.. poi c’è chi crede, chi non crede...

Io sono uno che crede solo a quello che vive nei nostri giorni.. però non posso dire nulla!

Se c’è qualcosa nell’aldilà... che ben venga se è a fin di bene...Magari ci fosse!... a me non disturba...

Tu sei autore, cantante, docente al CET, marito, padre...

Quale ruolo ti piace di più?

Mah...a me piace tutto ciò che mi diverte quindi tutto quello che hai detto tu. Io odio la tristezza, odio le cose drammatiche, la pesantezza di vita; amo la leggerezza, non amo le esagerazioni, gli estremi...

Tutto ciò che è estremo non mi piace! Amo la giusta misura in tutto!

In questo momento la tua carriera è all’apice.

Vogliamo dire quanti milioni di dischi hai venduto con gli album di Celentano?

Guarda, al di là del numero dei dischi venduti, io credo che sia stato importante il risultato. Negli ultimi anni la discografia, anche quella passata attraverso Sanremo, non ha dato vita a grandi prodotti...parliamoci chiaro!.. e non solo sotto l’aspetto tecnico, ma soprattutto per quanto concerne la scrittura. Gli italiani hanno dato una dimostrazione di maturità, dicendo "La stronzata non la compriamo", però in presenza di melodie semplici, bei testi, bel canto ecco che erano tutti lì ad acquistare il disco. In un paese come il nostro dove non si vende più un disco c’è da domandarsi "perché?"

C’è sicuramente da riflettere!.. anzi da studiare! ... e così sono andate in crisi anche molte case discografiche perché lì erano convinti che il grande successo fosse rappresentato dalle 50.000 copie invece noi abbiamo dimostrato che non è così vendendone 5.000.000 e rompendo l’andazzo che assegna il disco d’oro alle 50.000 copie, nella rassegnazione che questo sia il massimo risultato possibile.

So che tornerai presto a lavorare...ma domani... domani immediato...cosa farai?

Da domani mi voglio fare 4 o 5 giorni di vacanza con la barchetta che ho in mare a Catania e che ho comprato coi soldi che ho guadagnato con Celentano e voglio stare a contatto con la natura, voglio pescare... e poi riprenderò la mia vita di sempre... dal mare!

Giusto! In fondo "Il Profumo del Mare" ti è molto familiare!!!

 

S. L.

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